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Rigopiano, è il senegalese Faye Dame la sesta vittima

La sesta vittima della tragedia dell’Hotel Rigopiano è Faye Dame , il giovane senegalese dato oer disperso ieri da una coppia di superstiti.
Una storia difficile la sua, e finita nel dramma. Fuggito dalla guerra per un futuro migliore, ha trovato la morte sotto la valanga nell’hotel dove lavorava. Era partito dal Senegal giovanissimo ed era residente a Torino. Di lui non si era saputo niente fino a ieri sera quando una coppia scampata alla slavina aveva parlato del lavapiatti straniero dell’albergo. Di lui nessuno aveva saputo più niente dal giorno del disastro.

Faye Dame era un rifugiato. Aveva fatto domanda a Torino e di recente si era rivolto all’ufficio immigrazione per rinnovare alcuni documenti necessari per essere assunto nel resort ai piedi del Gran Sasso. Non era la prima volta che Dame lavorava al Rigopiano, anche nel 2015 era stato assunto come inserviente. A Torino non aveva parenti, i suoi familiari vivono in Francia, Belgio e Senegal, dove è rimasta gran parte della sua famiglia.

Siamo in contatto con le comunità senegalesi di Torino, stiamo cercando di raccogliere informazioni”, spiega la console onoraria del Senegal nel capoluogo piemontese Laura Maria Luisa Morra di Cella. Da due anni, nonostante risiedesse a Torino era spesso in giro in cerca di lavoro negli alberghi e in altre strutture ricettive.

Ha dunque un nome la sesta vittima della valanga.

Quella di oggi é stata, per i soccorritori, l’ennesima giornata pesante che, a 1.200 metri d’altezza, lavorano non solo in condizioni estreme, ma anche con neve che si alterna a pioggia, con temperature in lieve rialzo e con il rischio valanghe che oggi, su una scala da 1 a 5, è collocato a 4.

La Prefettura di Pescara fa inoltre sapere che gli uomini stanno lavorando cercando ora una nuova apertura, dal lato opposto a quello dove finora si sono prodigati. Un nuovo varco che darà accesso a dei locali che finora non è stato possibile raggiungere.

Matteo Gasparini, delegato del Soccorso alpino e speleologico dell’Ossola e nuovo referente del gruppo piemontese in Abruzzo, ha spiegato oggi come si sta “cercando di ‘attaccare’ i muri perimetrali dell’albergo, nel tentativo di penetrare le spesse pareti di cemento armato dietro cui potrebbero celarsi eventuali superstiti. Con la dotazione di speleologi del CNSAS, basterebbe trovare dei varchi anche ridotti per consentire l’esplorazione di nuove porzioni dell’hotel”. Domani, fanno inoltre sapere, che partirà da Torino il terzo contingente di volontari del CNSAS Piemonte che giungerà in Abruzzo verso sera, per dare il cambio alla seconda tornata di operatori.

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