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Schianto per un selfie, per il pm è omicidio stradale

A otto mesi di distanza, si avviano alla conclusione le indagini sull’incidente avvenuto all’alba del 17 luglio scorso che portò alla morte di Andrea Marinelli e Domenico Castrignanò. Per l’amico alla guida della Fiat Panda, si prospetta l’accusa di omicidio stradale. A definire tale accusa la Magistratura di Larino. Mesi di indagini, perizie, sopralluoghi per delineare e definire quanto realmente accaduto in quei pochi minuti in cui la macchina sbanda per finire poi la sua corsa contro quel guardrail che taglia in due il tettuccio dell’auto, ferendo a morte i due giovani ragazzi. Importanti anche le dichiarazioni del quarto ragazzo a bordo dell’auto, sopravvissuto insieme al guidatore Mattia Lammanda al terribile schianto e delle persone sopraggiunte subito dopo che, a distanza di pochi metri, hanno visto l’auto sbandare e schiantarsi contro il guardrail. Dalla dichiarazioni raccolte sarebbe difatti emerso che i quattro ragazzi, prima del terribile impatto mortale, avessero deciso di scattrsi un selfie. Ed è stato proprio in quei pochi attimi che Lammanda sbanda con la sua auto e prende in pieno il guardrail.

A distanza di otto mesi da quel terribile incidente Lammanda è ancora molto provato. I quattro ragazzi erano molto legati.

I fatti. Erano le 4,30 del mattino del 17 luglio quando Andrea e Domenico, 21 anni uno e 22 l’altro, persero la vita. I due giovani ragazzi, molto conosciuti ed amati a Vasto, trovarono la morte sulla Strada Statale 16 tra Petacciato e Montenero di Bisaccia all’altezza della Torre di Montebello, di rientro da una serata trascorsa con amici a Termoli. La Fiat Panda sulla quale viaggiavano in compagnia di altri due amici, sbandò e finì  la sua corsa contro il guardrail che tagliò in due il tettuccio della macchina. E per Andrea e Domenico, che erano seduti sul lato destro della macchina, non ci fu nulla da fare. La morte sopraggiunse immediata. Il conducente e l’altro passeggero seduto sul lato sinistro posteriore furono ricoverati al San Timoteo di Termoli il primo e al San Pio di Vasto il secondo con lievi ferite.

 

 

 

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1 Comment

  1. AA

    È necessario distinguere cause dell’incidente e causa della morte. Può l’inosservanza della regola di prudenza provocare un evento del tipo di quello che si è verificato, ovvero il mortale ferimento ad opera del guardrail? No.
    La domanda che andrebbe posta è: quel guardrail può uccidere in quel modo? Sì. Un altro guardrail, tecnicamente moderno e sicuro, avrebbe fatto lo stesso? No
    Le responsabilità sono altrove. Non è l’omicidio stradale da imputare, ma quello colposo a chi può dirsi penalmente responsabile della sicurezza del traffico su quella strada.
    Oltreoceano questi problemi di sicurezza sono chiari, noti e oggetto di precise best practices.
    https://safety.fhwa.dot.gov/local_rural/training/fhwasa08002/

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