Tutta Scerni, silente e commossa, ha pianto Giuseppe e Silvia, i due coniugi morti tragicamente il primo maggio scorso durante un’escursione, a seguito di una caduta nel fiume Orta, nei pressi delle rapide di Santa Lucia in comune di Caramanico. È stata “una tragica fatalità”, come si legge nella pagina Facebook del comune di Scerni. I due feretri sono giunti nella chiesa San Giacomo di Scerni avvolti dall’abbraccio di una grande folla, in un silenzio assordante. Tutto il paese, stretto nel lutto cittadino proclamato dal sindaco, ha partecipato alla cerimonia funebre presieduta dal parroco don Graziano. Centinaia e centinaia le persone che, con i volti rigati dalle lacrime, hanno testimoniato vicinanza e affetto ai familiari e ai due figli, due splendidi bimbi di 5 e 8 anni, che in un attimo si sono ritrovati senza genitori. Presenti anche numerosi colleghi di lavoro di Giuseppe Pirocchi, stimato dipendente Sevel, e della moglie Silvia D’Ercole che lavorava come infermiera presso il reparto malattie dell’apparato respiratorio dell’ospedale Mazzini di Teramo. Tra la folla il sindaco di Scerni Alfonso Ottaviano, e di Pollutri Antonio Di Pietro, il paese che ha dato le origini a Giuseppe.
Toccanti le parole pronunciate durante la cerimonia dal parroco don Graziano. Un’omelia breve, ma intensa, con lo scopo evidente di dare forza e coraggio a tutti i familiari. Forza per continuare a vivere, oltre il dolore di questi giorni. “Adesso sono angeli”, ha detto don Graziano. Anche il sindaco di Caramanico, Simone Angelucci, ha partecipato al dolore di questi giorni, scrivendo sulla pagina Facebook del comune: “Caramanico Terme si stringe intorno alla comunità di Scerni. Esprimiamo la nostra affettuosa vicinanza e il nostro cordoglio ai familiari delle vittime del tragico incidente”.