Sono stati cancellati dagli elenchi per “gravi irregolarità”. La scure della Corte d’Appello dell’Aquila si è abbattuta su 30 presidenti di seggio che l’anno scorso, in occasione delle elezioni amministrative, sono stati incaricati di sovrintendere alle operazioni di voto e allo scrutinio.
A motivare tale decisione, notificata ai diretti interessati proprio in questi giorni, la verifica da parte dell’ ufficio competente presso la Corte d’Appello di una serie di gravi irregolarità di cui i presidenti si sarebbero resi responsabili nell’esercizio delle loro funzioni.
Il provvedimento, già notificato ai diretti interessati, ha tuttavia delle particolarità che vanno oltre il normale e periodico processo di revisione di questi elenchi. In poche parole la Corte ha accertato che 30 dei 43 presidenti comandati a Vasto per sovrintendere alle operazioni di rinnovo del consiglio comunale e del sindaco hanno commesso irregolarità tali da comportare la cancellazione dall’albo e quindi l’impossibilità di essere rinominati per l’avvenire. Un numero rilevante se si pensa che i 30 presidenti rappresentano i 3/4 dell’intero contingente assegnato al Comune di Vasto.
A rendere nota la decisione dei giudici aquilani sono Giuseppe Tagliente e Alessandra Cappa, il primo fondatore di Unione per Vasto, la seconda consigliera comunale della lista civica, i quali avanzano ora dubbi sul risultato delle elezioni comunali che decretarono la vittoria dell’attuale sindaco Francesco Menna per soli 123 voti in più rispetto allo sfidante del centrodestra, Massimo Desiati.
“A questo punto però la domanda sorge spontanea”, chiedono Tagliente e Cappa, “se 30 presidenti su 43 non hanno svolto bene il compito che è stato loro affidato, come viene sancito addirittura con un provvedimento di censura e di radiazione, è azzardato dubitare del risultato delle elezioni comunali dell’anno scorso? L’interrogativo è quanto mai legittimo e merita una risposta soprattutto in considerazione del fatto che la differenza di voti tra i candidati sindaci non è abissale e quindi tale da mettere al riparo il candidato sindaco proclamato vincitore ma di pochissimi voti, come si sa, per la precisione di poco più di cento. La si deve, ed il più velocemente possibile, ai vastesi che hanno il diritto di sapere se sia stata rispettata la loro volontà. La si deve all’istituzione, che deve poter funzionare senza alcun ombra di sospetto. La si deve per correttezza democratica e per senso di giustizia infine allo schieramento uscito perdente del centrodestra al quale non si può nemmeno chiedere di recitare la favola di Alì Babá e dei 30 … dilettantoni (e diciamo dilettanti sino a prova contraria)”.
Anna Bontempo (Il Centro)