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“Menna è anche il mio Sindaco, ma apra un confronto alto sul tramonto che investe da anni la città”

Caro Consigliere D’Alessandro, come ha vissuto l’anno sabbatico lontano dall’Aula Vennitti?

“Studiando e scrivendo. Ho pubblicato, insieme al prof. Antonio De Simone, un libro su Machiavelli, un’intervista a Machiavelli, che ha ricevuto tanti apprezzamenti. Entro fine mese vedrà la luce un altro libro sulla vita del potere, una storia filosofica e politica, da Foucault a Sloterdijk. Come vede, sempre politica, tutto è politica”.

Che idea ha della nuova Amministrazione guidata dal Sindaco Menna. Lo chiamerà ancora Lamenna?

“No, assolutamente no, per quanto quell’etichetta sottolineava una continuità che non pare smentita. Poi, durante la campagna elettorale si ricevono e si danno tanti colpi, sopra e sotto la cintura. Non esistono né vittime, né carnefici, né bravi ragazzi, né cattivoni adulti. Ora ho davanti il Sindaco, il mio Sindaco e mi confronterò con la massima disponibilità per il bene di Vasto. Mi auguro che abbia, rispetto al predecessore, una maggiore capacità di ascolto. Vasto è città complessa e non si amministra con la sola maggioranza. Vasto è città divisa in due, non bastano 123 voti per marcare un predominio. Occorre un concorso plurimo di idee per tentare di uscire dal tramonto che la investe da tanti anni”.

Ha già fatto capire di non aver apprezzato la mancanza di un assessorato alla Cultura…

“E come posso apprezzare? Venivo indicato da tutti, con l’eventuale vittoria di Desiati, come assessore al ramo. Ora che i tempi non sono più sospetti, nel senso che ha vinto Menna, cercherò di farlo senza esserlo. Non assessore ombra, ma assessore vero, uno che fa le cose, che organizza eventi, che dà vita a iniziative in grado di scaldare i cuori di chi avverte una grande mancanza. Il Cartellone estivo è deludente, con una tiepida partecipazione dell’Amministrazione. Occorre una svolta per tornare a far vivere insieme cultura e turismo. Ho idee e progetti e una squadra pronta a lavorare con entusiasmo.”

Dell’opposizione cosa pensa?

“Ho seguito in streaming alcune fasi di alcuni Consigli. Ho colto ancora divisioni, incertezze, quasi l’impossibilità di essere un corpo solo, una voce sola. È un peccato, perché i colleghi hanno tutti ottime capacità. Ho lavorato sodo cinque anni, soprattutto con Bischia, Desiati, Del Prete e Sigismondi, per unire, per arrivare a una candidatura in grado di fare sintesi e di prospettare ai cittadini un progetto amministrativo di qualità. È stata durissima, ma siamo riusciti, anche accettando le primarie, a schierare i tre migliori candidati (Desiati, Giangiacomo e Tagliente) e a giocare la partita. L’abbiamo persa per un soffio, ma senza quello sforzo non l’avremmo neppure giocata. Dobbiamo smussare qualche Io e far prevalere il Noi, dobbiamo trovare ed esprimere una visione comune, pena l’ennesimo fallimento di una classe politica che si attiva, che parte ma non arriva, perché lavora male. Non si fa altro che aspettare Godot, la nuova classe dirigente. Ma siamo noi, la nuova classe dirigente! Dimostriamolo con i fatti, basta con le parole.”

Sembra di ascoltare un nuovo D’Alessandro…

“No, sono quello di sempre. La politica è dura e non mi sono mai sottratto alle sue asprezze, ma se accetto di subentrare è per raccogliere l’ennesima sfida: migliaia di cittadini aspettano risposte, chiedono di essere amministrati meglio, non apprezzano quelli che scaldano la sedia. Proviamoci, minoranza e maggioranza. Io riconosco a Lapenna di aver saputo tenere botta a un’opposizione intransigente e rigorosa, riconosco a Menna le buone intenzioni della prima esperienza, ma è tempo che loro riconoscano la necessità e l’urgenza di un confronto alto per affrontare la crisi di sistema e di idee in una realtà sempre più povera, sempre più decadente, in un territorio sempre più periferico, sempre più lontano dal centro nevralgico della politica abruzzese. Perdiamo uffici, strutture, ricerca. La storia del Cotir è una vergogna che non ammette giustificazioni. Il solipsismo genera mostri, pensare di poter fare da sé, magari con l’aiutino di qualche influenza esterna, non produce alcun frutto”.

Quale potrebbe essere un primo tema d’incontro e d’intesa?

“Quale? Perbacco, c’è l’emodinamica! Non è tema astratto, è materia che affonda nella carne viva dei cittadini dell’intero territorio del Vastese. Mi ha fatto male vedere, durante l’incontro promosso dall’onorevole Amato e dal Dott. Aloè, la sola presenza del Consigliere Sputore. Sull’emodinamica bisogna fare fronte comune, battere i pugni e pretenderla, senza divisioni. Non esiste l’emodinamica da otto decimi. O c’è o non c’è. È una battaglia di civiltà. Dividersi per piccinerie incomprensibili esalta la miseria umana e annichilisce un popolo che viene preso in giro e mortificato ingiustamente. Ad oggi, e a distanza di dodici anni, è ancora vera la profezia dell’ex Ministro Gaspari: “Vasto non vedrà mai l’emodinamica”. Vogliamo fare qualcosa, insieme, per vederla? Tutta, non otto decimi.”

Alfonso Di Virgilio

 

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