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“Tante le riflessioni leggendo l’editoriale di Primo Di Nicola”

Dal vice presidente della Commissione Sanità, Domenico Pettinari riceviamo la seguente nota: “Sono tante le riflessioni che ho fatto leggendo l’editoriale di Primo Di Nicola in merito alla questione del procedimento disciplinare partito dal Consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti D’Abruzzo. Fra le tante frasi scritte dal Direttore de il Centro una mi ha colpito fra tutte “il giornale ha dovuto contrastare anche tentativi esterni di condizionare la sua indipendenza e la sua autonomia”. Questa è una frase che mi fa sobbalzare dalla sedia”.

“Una frase –continua Pettinari– che palesa il timore che investe ogni lettore critico che si avvicina ad un organo di stampa: stanno dicendo la verità? Ci sono poteri tali da influenzare l’informazione che arriva al grande pubblico? Oggi c’è la prova che alcune pressioni esterne vogliono influenzare la libertà di un organo di informazione riconosciuto dai lettori autorevole come lo è il centro in terra d’Abruzzo”.

“Oggi abbiamo la prova che il direttore Primo Di Nicola non cede alle pressioni. La libertà di informazione, il diritto di cronaca, la ricerca della verità e la deontologia di professionisti che hanno l’onere e l’onore di formare l’opinione pubblica sono e devono rimanere capi saldi di ogni tipo di comunicazione professionale”.

“Le pressioni che forze “esterne” fanno agli organi di informazione è uno dei cancri della nostra società, siamo stati guidati per 20 anni da una politica che aveva in mano la maggior parte dell’apparato comunicativo italiano. Dunque oggi il mio plauso va al Direttore Di Nicola, che ha avuto il coraggio di opporsi ai condizionamenti esterni ed ha mantenuto la schiena dritta. Ha avuto il senso di responsabilità di non piegarsi. L’intimidazione verso chi vuole operare nella legalità e nel giusto esiste in ogni campo”.

“A me è successo di ricevere una richiesta di risarcimento danni da 200 mila euro per aver denunciato uno spreco di denaro pubblico ed aver richiesto la verità sulle responsabilità che lo hanno reso possibile. Spero -conclude Pettinari- che i “signori” che operano in questo modo se ne facciano una ragione: esistono uomini liberi, esistono persone che non si piegano al ricatto, morale o fisico che sia”.

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