Anche in Abruzzo è stress da caldo per gli animali, con particolare riferimento alle mucche, ai maiali e alle api. È l’allarme lanciato da Coldiretti Abruzzo, sia sulla scorta dei dati nazionali del Sistema di allerta caldo del CREA che in merito ad una indagine effettuata a livello territoriale da cui emerge una situazione di emergenza con forti ripercussioni sulla produzione.
“Il settore zootecnico – con particolare riferimento ai bovini, avicoli e suini – è sicuramente quello che risente di più della situazione (-20% della produzione di latte) ma l’emergenza riguarda anche comparti minori come quello apistico (si arriva anche a -40% della produzione di miele millefiori) e per gli avicoli si stima una diminuzione della deposizione delle uova di almeno il 10%”.
“In più, dopo mesi molto siccitosi inizia a scarseggiare anche il fieno necessario all’alimentazione degli animali con prati e pascoli che sono a secco e non riescono a garantire l’alimentazione di mucche e pecore stressate dal caldo”.
“Per le mucche – riferisce la Coldiretti – il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi. Oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte”.
“In soccorso sono già scattate le contromisure anti afa nelle stalle dove gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi più freschi. In funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per aiutare a sopportare meglio la calura”.
“Al calo delle produzioni di latte si aggiunge dunque anche – continua la Coldiretti – un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo. A soffrire sono anche i maiali, che mangiano meno nonostante ventilatori, doccette e sistemi di raffreddamento misti con acqua e aria che lavorano a pieno regime”.
“In alcuni casi – dice Coldiretti Abruzzo – gli allevatori di maiali si sono dotati di veri e propri nebulizzatori che, seppure mitigano la situazione purtroppo non risolvono un grave problema che può sfociare anche con il decesso dei capi. E per finire ci sono le api, considerate un indicatore dello stato di salute della natura: per il caldo volano meno mentre, quando volano, spesso non trovano di cui cibarsi perché i fiori sono stati “bruciati” dal sole con un conseguente calo della produzione (in Abruzzo a causa della siccità si stima attualmente una diminuzione di almeno il 40% per la varietà millefiori, la più diffusa)”.
“Con il prolungarsi dell’assenza di pioggia l’allarme siccità si è ormai esteso ad oltre i 2/3 della superficie agricola nazionale interessando praticamente tutte le regioni, anche se con diversa intensità, con perdite secondo la Coldiretti ormai ben superiori ai 2 miliardi. Solo in Abruzzo si stima una perdita di oltre un milione di euro solo per la mancata produzione di latte”.