Gli incendi che stanno devastando il patrimonio boschivo abruzzese, a Campo Imperatore i boschi della Catena Orientale del Gran Sasso, sono derivati dalla incuria, dal pressapochismo, dalla scarsa attenzione verso l’ambiente e la natura. Un danno ambientale notevole nel Parco nazionale del Gran Sasso e e Monti della Laga, originato da un turismo di massa, incontrollato, disordinato, che in questi giorni si è riversato sulla piana di Campo Imperatore.
I danni non sono solamente ambientali ed economici, ma anche di immagine perché ad essere offuscata è la meraviglia senza tempo del Piccolo Tibet, paesaggio, come lo definiva Fosco Maraini, “da ascoltare e da osservare”.
Paesaggio violentato, imbrattato, ed ora ferito dall’ignoranza e dalla superficialità di gruppi incontrollabili e non controllati. Una richiesta pressante e sentita va rivolta alle Istituzioni, agli Enti che hanno l’obbligo, il dovere di regolamentare, controllare ed educare.
Il CAI da sempre si adopera, con il CEA “gli aquilotti”, le Sezioni e le Commissioni per l’Educazione Ambientale e le Istituzioni lo tengano nel dovuto conto, promuovendo e rifinanziando le iniziative con le Scuole.
Il CAI è formazione, prevenzione, informazione. Oggi per gli incendi, domani per gli incidenti in montagna.
Gaetano Falcone – Pres. CAI Abruzzo