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Aumentano le verifiche sui professionisti iscritti all’Albo degli infermieri

Continua la lotta all’abusivismo nell’esercizio della professione infermieristica da parte dell’IPASVI della provincia di Chieti, la federazione che rappresenta 3.400 infermieri e ne gestisce l’albo. Episodi come il caso dell’infermiera abusiva verificatosi nell’Ospedale di Pescara sono inaccettabili, soprattutto perché in questo modo si mette a rischio la salute dei cittadini.

“L’IPASVI svolge una funzione importantissima di tutela e rappresentanza della professione infermieristica nell’interesse degli iscritti e dei cittadini fruitori delle competenze che l’appartenenza a un Ordine di per sé certifica – afferma il presidente dell’IPASVI di Chieti, Giancarlo Cicolini –. Non è possibile esercitare senza essere iscritti a un albo provinciale IPASVI”.

Dai primi mesi del 2017 l’IPASVI Chieti ha avviato un’azione di controllo su tutti i propri iscritti verificando, per tutti i professionisti in servizio attivo, l’effettiva iscrizione all’albo. I controlli sono stati già completati e segnalati i casi di professionisti (iscritti all’Albo di Chieti) non in regola e che ugualmente esercitavano la professione sia nella Asl Lanciano Vasto Chieti sia nella Asl di Pescara.

“La fattiva collaborazione con le due Aziende sanitarie – spiega Cicolini – ci ha permesso di rilevare alcune anomalie tempestivamente segnalate e, per le quali, sono state avviate le procedure previste dalla normativa vigente che possono avere, se non sanabili, anche il licenziamento. Alla luce di quanto accaduto, l’attività di controllo sarà intensificata riducendo i tempi per i controlli sulle altre Asl della regione Abruzzo, sulle strutture private sanitarie e sociosanitarie e nelle agenzie interinali. A queste ultime chiederemo di verificare le autodichiarazioni dei professionisti di avvenuta iscrizione all’Albo professionale”.

Un’azione sinergica di tutti gli ordini provinciali (Chieti, Pescara, L’Aquila e Teramo) sicuramente riuscirà a garantire ai cittadini abruzzesi che le prestazioni assistenziali siano erogate solo da personale laureato e abilitato a farlo.

“Tali controlli – conclude Giancarlo Cicolini – non sono repressivi, ma preventivi. Saranno una garanzia per tutti, per le aziende, per le agenzie, per i professionisti e, soprattutto, per gli utenti”.

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