Sarà effettuata oggi l’autopsia su Danilo Cavaliere, il giovane amministratore comunale morto venerdì dopo pranzo, nella sua casa a Palombaro. Il giorno del funerale, poi, sarà lutto cittadino nel piccolo paese. L’esame autoptico è stato richiesto dai familiari che vogliono vederci chiaro perché Danilo, appena quattro giorni prima di morire, era stato all’ospedale di Lanciano in seguito a un malore.
Il procuratore Mirvana Di Serio ha aperto un’inchiesta. L’autopsia sarà eseguita dall’anatomopatologo Cristian D’Ovidio. La morte di Danilo ha lasciato sgomento e dolore non solo a Palombaro, paese nel quale il 29enne era animatore instancabile di iniziative sociali e politiche. Gli amici, ieri sera, si sono riuniti per una veglia di preghiera.
Danilo lavorava alla Uni-Pmi Services e si è laureato in Economia e commercio alla d’Annunzio. Aveva una società di servizio alle imprese. È stato segretario provinciale dei giovani Udc fino al 2012, segretario regionale dell’Aiccre (associazione italiana per il consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa), membro della giunta della Camera di commercio di Chieti, dirigente regionale Uni-Pmi, che si occupa di piccole e medie imprese. «La sua improvvisa e prematura scomparsa ci ha sconvolti», afferma Enrico Di Giuseppantonio, segretario regionale dell’Udc e sindaco di Fossacesia, «appassionato di politica, era pieno di idee e ricco di umanità e passione civile. Un ragazzo che interpretava il suo impegno pubblico come “la più alta forma di carità cristiana”. Insieme abbiamo vissuto nell’area dei cattolici democratici e liberali, ideali che lo hanno contraddistinto nelle sue azioni di consigliere comunale del suo paese, dove ha dimostrato un amore non comune per la sua terra».
«L’improvvisa scomparsa di Danilo Cavaliere, giovane consigliere comunale di Palombaro, mi lascia senza parole», commenta il sottosegretario Federica Chiavaroli, «un giovane politico con tante idee e progetti».
Lunedì scorso Danilo accusa un malore, un’accelerazione dei battiti cardiaci. Il vice sindaco di Palombaro, Nunziato Di Simone, lo convince a farsi visitare e insieme vanno prima all’ospedale di Casoli e poi a Lanciano. Gli esami dicono che è tutto nella norma, tanto che viene rimandato a casa. Venerdì Danilo pranza insieme alla mamma Maria e alla sorella Monia (il papà Nicola lavora all’estero). Ha qualche dolore alla spalla destra, ha avuto un po’ di febbre. Dopo pranzo va a riposarsi; poco dopo la sorella gli porta il caffè e lo trova riverso a terra, privo di sensi.
«Eravamo amici dall’università e da qualche anno era mio stretto collaboratore», dice Fabio Travaglini, direttore della Uni-Pmi, «a settembre avremmo inaugurato l’Ente di formazione della Uni-Pmi del quale Danilo era il responsabile. L’ho sentito alle 12 di venerdì: “Sto bene, domani mi daranno la lastra, non ti preoccupare”. Queste le ultime cose che mi ha detto; aveva qualche doloretto, si sentiva un po’ fiacco. Gli intitoleremo una sala dell’Ente di formazione, quella nella quale Danilo aveva già portato la scrivania del papà, alla quale teneva particolarmente».
Matteo Del Nobile (Il Centro)