L’accusa è grave: abusi sessuali e maltrattamenti in famiglia. Accuse che l’imputato a distanza di un anno dall’arresto continua a respingere. Il suo avvocato, Vincenzo Gabriele D’Agostino, il prossimo 7 novembre nel corso della prima udienza in carcere cercherà di smontare il castello accusatorio. Non sarà facile perchè ad accusarlo sono le figlie. L’imputato è un collaboratore di giustizia.
“Ha commesso molti errori ma non avrebbe mai fatto male alle figlie”, dice il difensore. Secondo l’accusa, dal 2013, l’uomo avrebbe cominciato ad avere un atteggiamento strano nei confronti delle figlie, (una è minore). La polizia che lo ha ammanettato dopo un mese di intercettazioni un anno fa, nel corso di una conferenza stampa, ha parlato di abusi sessuali e maltrattamenti in famiglia. Una storia terribile.
“Un inferno anche per il mio cliente”, assicura l’avvocato D’Agostino. “Il mio cliente ha sempre respinto le gravissime accuse ed ha fornito alla procura numerosi documenti e manoscritti redatti dalle figlie in tempi non sospetti che raccontano una verità diversa da quella emersa fatta di istigazioni alla calunnia e pressioni culminate nell’avversione verso il padre. Una delle figlie”, prosegue l’avvocato, “già in passato aveva rivolto accuse gravissime al padre formalizzate in querele non solo nei confronti del io cliente ma anche di un altro familiare e di un amico. Sicuramente il tribunale valuterà attentamente il materiale probatorio raccolto dalla difesa”, dice il penalista ricordando che il suo cliente spesso è stato lontano dalla famiglia perché latitante all’estero, sotto protezione o detenuto per altre cause.
Dopo l’arresto il figlioletto di 7 anni dell’imputato è stato affidato a una Casa famiglia. Così pure la figlioletta di 3 anni della 19enne che ha denunciato il padre. L’udienza il 7 novembre sarà a porte chiuse.
Paola Calvano (ilcentro)