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Sì ai gazebo ma con regole, ecco i nuovi criteri

Potranno essere aperti, chiusi o parzialmente chiusi ma con forme, dimensioni e criteri di collocazione ben precisi. Fissa le regole per l’installazione dei dehors il regolamento che il 28 novembre prossimo verrà sottoposto all’attenzione  del consiglio comunale dopo aver superato l’esame della Commissione Affari Generali ed Istituzionali.

L’organismo consiliare, presieduto da Maria Molino, ieri sera è tornato ad analizzare il disciplinare redatto dall’architetto Laura D’Alessandro con l’obiettivo di migliorare i servizi offerti dalle attività commerciali e turistico-ricettive, attraverso l’adeguamento funzionale degli spazi utilizzati per l’intrattenimento della clientela assicurando il corretto assetto urbanistico.

Un documento particolarmente atteso dagli operatori che un anno fa avevano salutato con soddisfazione l’accordo tra il Comune e la Sovrintendenza archeologica d’Abruzzo che, dopo cinque anni di tira e molla, aveva dato il definitivo via libera a gazebo, pedane e pergolati nelle aree pubbliche con valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico.

Con  il protocollo d’intesa, di cui il sindaco Francesco Menna è stato l’artefice, è possibile coniugare la tutela dell’ambiente urbano con le esigenze di sviluppo del tessuto economico cittadino, con una attenta pianificazione degli interventi ammissibili e con uno snellimento dei procedimenti amministrativi, ma le regole devono essere scritte nero su bianco sul regolamento.

“Deve essere chiaro ed applicabile, ma nello stesso tempo imporre regole che evitino la discrezionalità del passato”, avverte Guido Giangiacomo, componente della Commissione Affari Generali, “il dirigente deve applicare il regolamento, non interpretarlo. Ben venga dunque l’approvazione da parte del consiglio comunale ma con le opportune modifiche”.

I problemi sollevati durante le riunioni dell’organismo riguardano la distanza  di 2 metri tra un dehors e l’altro, un criterio che potrebbe trovare difficile applicazione nel centro storico e lo stesso protocollo con la Sovrintendenza che rischia di “vincolare” troppo il regolamento. Oltre a fissare i criteri per l’installazione dei nuovi dehors, il disciplinare impone l’adeguamento delle strutture esistenti entro tre mesi per le strutture  aperte e sei mesi per tutte le altre. In caso contrario scatteranno la decadenza della concessione e l’applicazione delle relative sanzioni.

Anna Bontempo  (Il Centro)

 

 

 

 

 

 

 

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