“Compensi a dipendenti comunali che ricoprono già posizioni organizzative, personale che rimane inutilizzato quattro mesi all’anno senza essere ricollocato in altri uffici e costi non più sostenibili per le casse municipali”. Ivo Menna, fondatore della lista civica La Nuova Torre torna a puntare l’indice contro la Scuola Civica Musicale dopo l’intervento della presidente del Cda, Annamaria Di Paolo che aveva difeso l’istituzione culturale parlando di “sconcertanti polemiche”.
“La Scuola civica musicale e il Teatro Rossetti sono organismi clientelari che hanno avuto un costo per i cittadini di oltre un milione e duecentomila euro”, replica Menna, “ci sono spese non più sopportabili che la Di Paolo, nella sua qualità di presidente, può contribuire a tagliare. Per esempio: da giugno a ottobre la scuola viene chiusa e le due persone impiegate, la segretaria e la bidella restano inoperose. Non si potrebbe trovare una loro collocazione all’interno della organizzazione comunale per questi lunghissimi mesi? Si comincino a tagliare i rami secchi, si riduca a 1000 euro annui il compenso al direttore artistico Raffaele Bellafronte e senza contributi assistenziali; si taglino i 6000 euro percepiti dal segretario già dipendente comunale. La presidente ha precisato che la Scuola civica musicale riceve dalle tasse di iscrizione e dalle rette circa 80 mila euro in un anno, ma non dice quanti soldi il Comune eroga per mantenerla, non dice che ne divora oltre 20 mila tra stipendi e contributi assistenziali, ovvero un quarto degli introiti. E’ moralmente accettabile questo stato di cose? La presidente informi con una dettagliata relazione l’opinione pubblica e renda noto il bilancio reale della scuola civica musicale”, è l’invito rivolto dall’ex portavoce dei Verdi.
Prima di Menna era stato Davide D’Alessandro a fare le pulci alla scuola civica musicale e alle altre due istituzioni culturali cittadine (Teatro Rossetti e Centro studi rossettiani), proponendo un’unica regia comunale per abbattere totalmente i costi e valorizzare appieno le risorse interne all’ente.
Anna Bontempo (Il Centro)