Una manifestazione che parta dal basso, senza colori politici, la cui unica finalità è la tutela dell’ambiente. C’è anche l’organizzazione di un presidio a Punta Aderci, da indire a breve, tra le iniziative programmate dalle associazioni cittadine per far sentire la loro voce contro il cementificio. Wwf, Arci, Italia Nostra, Amici di Punta Aderci e Cobas si sono riuniti l’altra sera per fare il punto della situazione dopo il parere favorevole (con prescrizioni) alla valutazione di incidenza ambientale (Vinca) rilasciato dal dirigente dell’urbanistica, Stefano Monteferrante relativamente alle immissioni in atmosfera derivanti dall’attività di produzione di leganti idraulici a freddo (cemento). L’opificio in questione, costruito dalla ditta Trace di Foggia, completato dalla Vastocem e rilevato dalla Escal, è ubicato nella fascia di rispetto della riserva naturale di Punta Aderci. Nel frattempo il vice sindaco Paola Cianci ha convocato una riunione urgente del tavolo per l’ambiente. L’incontro si terrà martedì prossimo alle 17.
ASSOCIAZIONI SUL PIEDE DI GUERRA – “Il parere del dirigente comunale è carente sotto l’aspetto normativo”, attacca Nicola Salvatorelli, presidente dell’Arci e portavoce delle associazioni, “quindi lascia lo spazio ad eventuali esposti. Nel provvedimento si fa riferimento solo al consulente ambientale del Comune, i cui pareri stiamo approfondendo. Al sindaco Francesco Menna chiederemo di intervenire nella sua qualità di massima autorità sanitaria cittadina. La produzione di cemento in un opificio realizzato nella fascia di rispetto della riserva naturale di Punta Aderci avrà ricadute negative sull’habitat, la flora e la fauna oggetto di tutela, per non parlare dell’impatto legato all’incremento di polveri nell’atmosfera. Sono previsti 50 camion al giorno, pari a 11mila veicoli l’anno in arrivo ed altrettanti per la consegna del prodotto finito (cemento) per un totale di 500mila tonnellate l’anno di materie prime (clinker, calcare e gesso di cava)”.
LA POLITICA SUL BANCO DEGLI IMPUTATI – “Questo epilogo è la sconfitta della politica e dell’ambiente”, sostiene Ivo Menna, ex portavoce dei Verdi e fondatore della lista civica La Nuova Terra, “a venti anni dalla legge che tutela la riserva di Punta Aderci, istituita nel 1998, la pseudo sinistra non ha voluto mettere mano alla pianificazione di quella area tutelandola da aggressioni industriali, realizzando il vero piano regolatore, ovvero il piano di assetto naturalistico. Altro vero scandalo è il silenzio del partito democratico”.
LA POSIZIONE DEL COMUNE – “La valutazione di incidenza ambientale, seppur positiva, non è di per se sufficiente ad autorizzare il cementificio”, si legge in una nota diffusa ieri dall’amministrazione, “infatti la società richiedente dovrà avviare un nuovo ed autonomo procedimento amministrativo nell’ambito del quale il Comune, unitamente a tutte le amministrazioni interessate quali Arta, Asl, Consorzio, dovrà tornare ad esprimersi con il settore urbanistico e con il Comitato di gestione della riserva. Solo all’esito di tutti questi passaggi amministrativi, obbligatori e vincolanti, si potrà comprendere se la società Escal potrà o meno essere autorizzata all’esercizio della attività di produzione di leganti idraulici (cemento). Certamente il comune di Vasto sarà molto attento nel valutare tutte le criticità che dovessero emergere nella fase istruttoria che, si ripete, non è ancora stata avviata. Questa amministrazione dimostra con fatti, ricorsi, impugnative di ogni genere di voler difendere a tutti i costi, ma nel rispetto delle regole, l’ambiente in generale e le specificità naturalistiche in particolare”.
Anna Bontempo (Il Centro)