“Oggi comunque finisca questa vicenda, e la cosa non sarà di poco conto per il futuro di questa magnifica area protetta, l’idea di 20 anni fa legata ad un modello di sviluppo responsabile del territorio e della sua comunità, si ripropone ineludibile, inchiodando ciascuno alle proprie responsabilità, ad iniziare dalla politica”. Stefano Taglioli, ambientalista storico e uno dei “padri” della riserva naturale di Punta Aderci, interviene nella querelle in corso dopo il parere favorevole (con prescrizioni) del dirigente della sezione urbanistica comunale, Stefano Monteferrante alla Vinca (valutazione di incidenza ambientale) , relativamente alle immissioni in atmosfera derivanti dall’attività di produzione di leganti idraulici a freddo (cemento). L’opificio in questione, costruito dalla ditta Trace di Foggia, completato dalla Vastocem e rilevato dalla Escal, è nella fascia di rispetto della riserva di Punta Aderci.
“La questione ex Vastocem riporta alla memoria una occasione mancata”, afferma Taglioli, “la riserva nacque 20 anni fa includendo nell’area di protezione esterna anche la zona industriale per permettere una riconversione ecologica e progressiva della zona industriale stessa. Se non tutta, almeno una parte. Un progetto lungimirante a cui parteciparono tutte le parti politiche, e di cui si è persa ogni traccia per responsabilità di tutti gli attori sulla scena, seppur ovviamente a diverso livello di responsabilità, con le associazioni sempre impegnate a difendere salubrità e natura di Punta Penna. Oggi, 20 anni dopo, con la Riserva volano naturalistico e turistico del territorio e non solo di Vasto, è giusto che si faccia il legittimo confronto fra la visione del futuro del territorio dei “soliti ambientalisti” come afferma l’ingegner Edmondo Laudazi e chi è favorevole ad uno sviluppo diverso. A proposito grazie per i “soliti ambientalisti”: dopo 20 anni è la conferma da fonte insospettabile che eravamo e siamo dalla parte giusta per il bene della terra su cui viviamo. Per quanto attiene le ultime dichiarazioni di Laudazi faccio solo notare che è stato (legittimamente) strenuo e sconfitto oppositore della riserva di Punta Aderci. Poco prima della sua istituzione, nel lontano 1998, un giornale locale titolava a tutta pagina una sua dichiarazione: “La riserva di Punta Aderci non si farà mai. Costa troppo”. Oggi comunque finisca questa vicenda, e la cosa non sarà di poco conto per il futuro di questa magnifica area protetta, l’idea di 20 anni fa, non solo area protetta ma anche modello di sviluppo responsabile del territorio e della sua comunità, si ripropone ineludibile, inchiodando ciascuno alle proprie responsabilità, ad iniziare dalla politica. Allora avemmo tutti il coraggio di affrontare la questione, precorrendo i tempi, e ora siamo richiamati a quella sfida. Gli esempi virtuosi di buona collaborazione fra ambiente e attività economiche sono ancora pochi, ma indicano una via. Basti pensare a cosa si sta muovendo anche a Punta Penna per trovarsi fronte a nuovi turismi che si possono sviluppare con la Via Verde. Perdere o vincere questa sfida significa scegliere quale tipo di sviluppo per questo territorio”, conclude Taglioli.
Anna Bontempo