Una marcia silenziosa e pacifica a Punta Penna e un sit-in. E’ l’iniziativa organizzata da un comitato spontaneo di cittadini contro il cementificio nella fascia di protezione esterna della riserva naturale di Punta Aderci. L’appuntamento è per domenica prossima 28 gennaio alle 10. Luogo di ritrovo dei manifestanti è il casotto di legno utilizzato dalla Protezione civile, vicino le scalette che conducono alla spiaggia di Punta Penna. In queste ore il tam tam si rincorre su Facebook, dove è nato un gruppo “Noi che non vogliamo il cementificio” , che negli ultimi tre giorni ha raggiunto quota 1.900 iscritti.
Una mobilitazione che ha prodotto un primo importante risultato: il partito democratico ha infatti annunciato che chiederà la revoca del parere favorevole rilasciato dal dirigente della sezione urbanistica comunale, Stefano Monteferrante alla valutazione di incidenza ambientale (Vinca) relativamente alle immissioni in atmosfera derivanti dall’attività di produzione di leganti idraulici a freddo (cemento). Il Wwf Abruzzo sta invece valutando l’ipotesi di un ricorso al Tar. Chi invece è convinto che il cementificio sia “sostenibile” è l’ingegner Edmondo Laudazi (lista civica Il Nuovo Faro) che è stato progettista del fabbricato.
LA PROTESTA – “Punta Penna e Punta Aderci sono tra le mete più gettonate del turismo sostenibile e risultano essere tra le spiagge più belle d’Italia e d’Abruzzo”, ricorda il Comitato, “un cementificio quindi è assolutamente incompatibile con la vocazione ecologica del luogo che va, pertanto, salvaguardato e tutelato. Una quotidiana mobilitazione della popolazione a difesa del territorio è irrinunciabile. Invitiamo pertanto tutti a unirsi per far sì che venga bloccata la realizzazione di questo progetto distruttivo”. Tra le ragioni del no anche l’elevato numero di “polveri sottili” (circa 30 tonnellate l’anno), quali in particolare calcio, alluminio e ferro, per un aumento di oltre il 400% di rilascio nell’atmosfera di sostanze inquinanti. Previsti anche 50 camion al giorno, più di 11mila veicoli l’anno in arrivo e altrettanti per la consegna del prodotto finito (cemento) per un totale di 500mila tonnellate l’anno di materie prime (clinker, calcare e gesso di cava).
LA PRESA DI POSIZIONE DEL PD – Dopo aver premesso che il parere del dirigente non è sufficiente ad autorizzare l’esercizio dell’impianto, il coordinatore cittadino , Luciano Lapenna e il gruppo consiliare sottolineano “perplessità e dubbi che investono l’operato del dirigente del settore che si è limitato ad esaminare gli atti prodotti dalla società proponente senza avvalersi di un confronto tecnico con il Comitato di gestione della riserva di Punta Aderci al fine di verificare la completezza delle analisi prodotte dalla società proponente. Perché il dirigente non ha ritenuto, vista la complessità del problema, di affidarsi ad una procedura Via anche in considerazione delle problematiche emerse in sede di osservazioni, ma soprattutto per la fragilita’ dell’ambiente naturale di riferimento?”, prosegue il partito democratico, “tali fatti procedurali non sono solo doverosi per ossequio delle regole, ma sono considerati dal partito democratico di Vasto essenziali per la garanzia del rispetto di una delle zone di maggior pregio naturalistico della regione Abruzzo”. Il Pd annuncia che chiederà la revoca del parere rilasciato dall’avvocato Monteferrante.
TAVOLO DELL’AMBIENTE – Intanto il vice sindaco Paola Cianci ha convocato per oggi, alle 17.00, nell’aula consiliare del Comune il tavolo dell’ambiente allargato anche agli operatori turistici. Sarà l’occasione per confrontarsi su un progetto che tanto sta facendo discutere in città, ma anche sulla difficile convivenza tra zona industriale e riserva naturale di Punta Aderci.
Anna Bontempo (Il Centro)