Arrestato un uomo di nazionalità rumena responsabile di furto aggravato e di insolvenza fraudolenta in concorso con una donna denunciata in stato di libertà.
IL FATTO. Gli uomini della Volante del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Vasto nel pomeriggio di sabato sono accorsi in Corso Plebiscito dove era stata segnalata una coppia che, con fare sospetto, era scesa frettolosamente da un auto di colore blu e immediatamente si era allontanata tra le vie adiacenti.
Una volta sul posto gli agenti accertavano che l’auto in questione, un’Opel Agila, era stata precedentemente segnalata come oggetto di furto.
Raccolte le descrizioni dei due che poco prima avevano abbondonato l’auto, gli operatori perlustravano la zona e riuscivano ad individuarli mentre, alla vista della Polizia, tentavano di dileguarsi.
Appena venivano fermati, si avvicinava un cittadino che riferiva agli agenti di aver riconosciuto negli stessi la coppia che poco prima aveva consumato un pasto nel suo ristorante per la somma di euro 54,50 e che erano andati via senza pagare.
Avevano inventato di non aver denaro contante e che sarebbero tornati a saldare il conto dopo aver prelevato in un vicino sportello bancomat.
Per giunta, quasi immediatamente dopo che la coppia aveva lasciato il locale, la moglie del proprietario, si era accorta che mancavano le chiavi dell’auto dal giubbotto della propria giacca, appesa all’ingresso del locale stesso e, uscita nel parcheggio, aveva constatato che l’autovettura era stata rubata.
Alla luce dei fatti su descritti, l’uomo, privo di documenti di identità, veniva sottoposto a perquisizione personale che dava esito positivo, in quanto nella tasca dei pantaloni si rinveniva proprio la chiave dell’auto rubata.
Entrambi venivano accompagnati negli uffici del Commissariato ed identificati, l’uomo per C.I., di anni 40, di nazionalità romena ma residente a Vasto, arrestato quale responsabile del furto aggravato in concorso e di insolvenza fraudolenta.
La donna, identificata per P.S., di anni 44, nata e residente in città, veniva denunciata in stato di libertà per il medesimo reato.
C.I., giudicato in “direttissima” nella giornata di ieri, patteggiava una pena di 6 mesi di reclusione e 300,00 euro di multa.