La Regione autorizza un impianto sperimentale per lo stoccaggio e il recupero di rifiuti non pericolosi da trasformare in fertilizzanti agricoli, ma il Comune si oppone e paventando “un danno di natura ambientale grave ed irreversibile”, chiede al Tar l’annullamento degli atti impugnati.
E’ una vicenda che fa il paio con il cementificio nella fascia di protezione esterna della riserva di Punta Aderci, quella al vaglio dei giudici amministrativi, che chiamati a pronunciarsi sul ricorso presentato dall’amministrazione comunale, hanno rinviato ad aprile la decisione nel merito. Ieri c’è stata la prima udienza al Tar di Pescara.
Il progetto contestato è quello della società Iguana srl che ha avuto in locazione dalla ditta Puccioni, produttrice di concimi chimici, lo stabilimento di via Osca nella zona industriale di Punta Penna. L’attività, consistente nel recupero di polveri estinguenti contenute negli estintori per poi trasformarli in fertilizzanti agricoli, si dovrebbe svolgere quindi nel capannone già esistente, a pochi metri in linea d’aria dalla spiaggetta della riserva che continua a fare incetta di riconoscimenti. L’ultimo in ordine cronologico è quello del Telegraph, il quotidiano inglese che ha inserito Punta Aderci nella classifica delle 19 spiagge più belle d’Italia.
Nel ricorso presentato dal Comune, rappresentato dall’avvocato Nicolino Zaccaria, vengono messe in rilievo una serie di circostanze, quali la presenza della riserva naturale di Punta Aderci, di un sito di interesse comunitario (Sic) e di una rilevante zona di interesse archeologico. Si fa anche riferimento al Parco della costa teatina, all’interno del quale l’area è inclusa, e alla chiara vocazione ambientale del territorio.
Tutti aspetti che, a detta del Comune, meritano di essere presi in considerazione. In particolare, secondo la tesi portata avanti dall’ente, l’area prescelta dalla società Iguana per realizzare l’impianto si trova a circa 200 metri dal Sic Punta Aderci-Punta della Lotta e ricade all’interno della zona “R8” del piano di assetto naturalistico della riserva, circostanza che richiede la valutazione di incidenza ambientale (Vinca).
Diversa la tesi della società proponente che, attraverso gli avvocati Giuseppe Gileno e Stefania Bracaglia, sostiene che la Vinca non sia necessaria e che l’impianto non è dannoso per l’ambiente, forte anche dell’autorizzazione rilasciata dalla Regione (Dipartimento opere pubbliche, governo del territorio e politiche ambientali) che ha approvato il 21 febbraio 2017 il progetto della Iguana autorizzandola alla realizzazione e all’esercizio di un impianto di ricerca e sperimentazione per lo stoccaggio e il recupero di rifiuti non pericolosi. Sulla vicenda il Comune presentò anche un ricorso straordinario al presidente della Repubblica.
Insomma, si ripropone l’annosa querelle, quella che ha spinto un Comitato spontaneo di cittadini ad organizzare la marcia in programma domani.
Anna Bontempo (Il Centro)