Sono stati i pionieri dell’assistenza sanitaria associata, hanno un bacino di 15mila utenti che assistono dal lunedi al venerdi dalle le 8 alle 20 e il sabato dalle 8 alle 10.
Undici medici del centro medico e nucleo di cure primarie Kos di via Giulia, potrebbero essere costretti a chiudere lo studio associato perchè inpossibilitati a sostenere i turni. La Asl non ritiene di sostituire i medici che vanno in pensione.
“La giustificazione è che non ci sono soldi, ma non è così. Per motivi incomprensibili a differenza di quanto accade a Pescara, Teramo e l’Aquila, la Asl teatina ignorando anche le direttive nazionali mette a rischio questa struttura”, affermano medici, infermieri e collaboratori della segreteria.
Venuto a conoscenza del problema, il sindaco Francesco Menna, consapevole di quanto sia necessario e importante avere un centro per le cure primarie nel centro cittadino che alleggerisce anche il lavoro del pronto soccorso, ha fatto sapere di voler interessarsi al problema per cercare una soluzione.
I disagi per i medici del Kos sono cominciati due anni fa quando è andato in pensione un medico. Il numero dei dottori( ognuno con specializzazioni diverse oltre alla medicina di base) è passato da 12 a 11. La dottoressa Capitoli del settore amministrativo della Asl ha comunicato agli operatori che il medico non sarebbe stato sostituito.
“Abbiamo stretto i denti e siamo andati avanti. Ognuno di noi ha un pacchetto di 1.500 pazienti. Non potevamo abbandonarli. Presto andranno in pensione altri medici ma la Asl non ha intenzione di sostituirli. Possibile che solo per Vasto non ci sono soldi? Facciamo appello al sindaco Francesco Menna e all’assessore regionle alla Sanità, Silvio Paolucci,che sappiamo essere una persona sensibile al problema, di affrontare la questione con la Asl e trovare una via d’uscita. In caso contrario, ci spiace per i 15mila pazienti e per il personale inferieristico e di segreteria che resterà senza un lavoro. Siamo rammaricati per i 400 utenti che ogni giorno vengono in studio, ma saremo costretti a chiudere questo centro medico perchè non riusciremo a coprire e assistere tutti i pazienti”, fa sapere il rappresentante del pool di medici Giammichele Molino.
Tenere aperta la struttura oltretutto costa 94 mila euro l’anno fra affitto del locale, stipendi al personale infermieristico e di segreteria, utenze e tasse. Prima la cifra veniva divisa per 12. Ora sono in undici a spartirsi turni e spese. Ma se il loro numero si riduce ancora, i turni diventano impossibili e gli oneri troppo gravosi. L’ultima speranza è la Regione.
“Invitiamo l’assessore Paolucci a venire un giorno qualunque in questo centro medico. Davanti al numero di persone sofferenti che chiedono aiuto e agli utenti che vengono aiutati a fare ricette e impegnative capirà da solo che la decisione della Asl di Chieti è dannosa per l’utenza e per la stessa azienda sanitaria che si ostina ad avere un comportamento in antitesi con le altre Asl regionali”, concludono i medici.
Paola Calvano (Il Centro)