E’ il giorno della mobilitazione. Dopo una settimana di serrato tam tam e di appelli lanciati su Facebook, associazioni e cittadini sono pronti a partecipare alla marcia silenziosa e pacifica organizzata da un Comitato spontaneo per dire no al cementificio nella fascia di protezione esterna della riserva di Punta Aderci.
L’appuntamento è alle 10 a Punta Penna, vicino al casotto di legno della protezione civile (lato scalette). Da lì è prevista la partenza del corteo che dopo aver sfilato lungo i vialoni della zona industriale si ritroverà davanti allo stabilimento della Escal non ancora entrato in funzione. I promotori della manifestazione prevedono da un minimo di 300 a 500 partecipanti. Hanno assicurato la loro presenza esponenti di associazioni, singoli cittadini, operatori turistici e quanti hanno a cuore le sorti dell’area protetta che continua a fare incetta di riconoscimenti. L’ultimo, in ordine cronologico, è quello del Telegraph, il quotidiano inglese che ha inserito Punta Aderci nella rassegna delle 19 spiagge più belle d’Italia. Prevista anche la partecipazione del sindaco Francesco Menna e dell’assessore alle politiche ambientali, Paola Cianci. Nelle ultime ore il fronte del no si è ulteriormente allargato con l’adesione dell’associazione Nova e del circolo nautico. Gli organizzatori contano anche nell’arrivo di gruppi provenienti da San Salvo, Casalbordino e Atessa.
I motivi della protesta vengono riassunti dai promotori della iniziativa scattata dopo il parere favorevole del dirigente della sezione urbanistica comunale, Stefano Monteferrante alla Vinca (valutazione di incidenza ambientale).
“Le motivazioni che devono spingerci a contrastare il cementificio, altamente inquinante e distruttivo per l’ambiente e l’intero territorio, sono molteplici”, sostiene Nicholas Tomeo, “ci sarà un elevato aumento di polveri sottili (circa 30 tonnellate l’anno) quali, in particolare, calcio, alluminio e ferro, per un aumento di oltre il 400% di rilascio nell’atmosfera di polveri inquinanti. Questo, inevitabilmente, renderà l’aria insalubre e dunque pericolosa non solo per la popolazione, ma anche per gli ecosistemi naturali circostanti. Un cementificio quindi è assolutamente incompatibile con la vocazione ecologica del luogo che va, pertanto, salvaguardato e tutelato”.
Anna Bontempo (Il Centro)