“Bisogna rimettere seriamente mano al piano di assetto naturalistico (Pan) della riserva di Punta Aderci. In caso contrario sarà una continua rincorsa a progetti impattanti e nocivi per l’ambiente”.
Stefano Taglioli, ambientalista storico e guardia ecologica del Wwf, indica il percorso per limitare i danni derivanti dalla difficile convivenza tra zona industriale e parco costiero. Il suo intervento giunge dopo la scoperta, rivelata dal Centro, di un progetto per la realizzazione di un impianto sperimentale per lo stoccaggio e il recupero di rifiuti non pericolosi da trasformare in fertilizzanti agricoli.
La società che lo ha proposto, la Iguana srl di Vasto, il cui rappresentante legale è Mario Puccioni, è già in possesso delle autorizzazioni, ma il Comune ha presentato un ricorso al Tar di Pescara chiedendo l’annullamento degli atti impugnati, paventando “un danno di natura ambientale grave ed irreversibile” per una serie di ragioni, tra cui la vicinanza dello stabilimento in cui si vuole avviare l’impianto alla riserva, al sito di interesse comunitario (Sic) e ad una zona di rilevante interesse archeologico.
La decisione dei giudici amministrativi è attesa per aprile.
“Questo è uno dei tanti progetti esistenti di cui si ha notizia, ma chissà quanti altri ce ne sono di cui non siamo a conoscenza ”, commenta Taglioli, “per non stare a rincorrerli bisogna modificare il piano di assetto naturalistico della riserva di Punta Aderci che risale al 2003, mettendo dei paletti ben precisi. Bisogna poi mettere intorno ad un tavolo associazioni, imprenditori e soggetti interessati, senza pregiudizi per stabilire cosa fare di quell’area”.
Anna Bontempo (Il Centro)