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Stoccaggio di rifiuti vicino all’oasi. Puccioni: è un progetto di riciclo

“Quella che si vuole ostacolare è un’attività di ricerca e sperimentazione, nell’ambito del recupero di rifiuti non pericolosi, che è l’obbiettivo principale a cui la nostra generazione deve tendere per tutelare l’ambiente, ossia dare una seconda vita ad un rifiuto realizzando un risparmio delle risorse ed evitandone lo smaltimento”. Mario Puccioni, amministratore della società Iguana Srl, che ha avuto in locazione lo stabilimento di via Osca nella zona industriale di Punta Penna, difende il progetto autorizzato dalla Regione, ma contrastato dal Comune che ha presentato ricorso al Tar.

Chiamati a pronunciarsi sulla richiesta di sospensiva i giudici amministrativi hanno deciso di soprassedere rinviando ad aprile l’udienza di merito. Oggetto del contenzioso è un impianto sperimentale per lo stoccaggio e il recupero  di rifiuti non pericolosi da trasformare in fertilizzanti agricoli. In particolare l’attività consiste nel recupero di polveri estinguenti contenute negli estintori.

“L’impianto Iguana, in tutta la sua fase sperimentale, è per legge non lucrativo e movimenta una quantità di prodotto inferiore alla portata di un camion la settimana”, spiega Puccioni, “ma determina il vantaggio ambientale di recuperare un rifiuto innocuo, trasformandolo in materia prima e/o prodotto, che diversamente sarebbe destinato allo smaltimento. L’Iguana vuole inventare favorendo l’ambiente, per poi in un secondo momento, se la sperimentazione sarà positiva, trarne vantaggi economici”.

L’imprenditore entra poi nel merito della querelle in atto sulla convivenza tra la zona industriale di Punta Penna e la riserva naturale di Punta Aderci che continua a fare incetta di riconoscimenti. L’ultimo in ordine cronologico è quello del  Telegraph, il quotidiano inglese che ha inserito l’area protetta nella classifica delle 19 spiagge più belle d’Italia.

La zona industriale di Punta Penna è nata negli anni cinquanta, ed  ha contenuto nel tempo l’attività di  sfruttamento turistico intensivo, rendendo  possibile l’istituzione, al confine della stessa, dell’attuale Sic, posto a protezione e tutela del paesaggio dunale, con le sue specie faunistiche e floristiche più preziose”, sostiene Puccioni, “è opportuno chiarire che tra le specie faunistiche protette  si hanno  il Gabbiano Reale, che non ama spiagge fortemente antropizzate,  il Fratino, che nidifica nella sabbia e che  può essere fortemente danneggiato dall’uomo e da un eccessivo sfruttamento della spiaggia in cui insiste il Sic. E’ evidente che i turisti costituiscono  il suo peggior nemico”, aggiunge l’amministratore della società Iguana, secondo il quale si vogliono “ostacolare gli imprenditori che legittimamente svolgono la propria attività nella zona industriale di Vasto, dando lavoro a tante famiglie, utilizzando argomenti populisti e non di cultura ambientale”.    

Anna Bontempo  (Il Centro) 

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