La Regione non ha proposto ricorso alla sentenza emessa il 16 febbraio dal Tribunale di Vasto che ordina al governo regionale di riconoscere a 14 dipendenti Cotir, assunti dopo un concorso, lo status di dipendenti pubblici e di regolarsi di conseguenza attivando tutte le procedure previste. Un altro passo avanti per i 14 lavoratori che avevano intentato la causa di lavoro contro la Regione invocando il riconoscimento giuridico della qualifica di “dipendenti pubblici”. I 14 professionisti si apprestano a questo punto a notificare all’ente gli atti esecutivi .
Ad assisterli sono gli avvocati, Carmine Di Risio, Fabrizio Proietti, Luigi Cerchione, Olivia Mammarella Tosè.
La vicenda continua intanto a far discutere. La Regione non parla. Il suo atteggiamento qualche giorno fa è stato stigmatizzato a nome di tutti i rappresentanti sindacali da Ada Sinimberghi della Cgil. Ieri sul caso Cotir è intervenuta anche Agnese Paris ( Italia agli Italiani).
” La storia del Cotir è vergognosa nei fatti“, scrive la Paris. ” Un brillante polo di ricerca, prima è decaduto ed oggi purtroppo morto semplicemente per mera volontà politica. Per motivi sconosciuti, qualcuno ha deciso di abbandonare il consorzio, lasciandolo letteralmente cadere a pezzi.
Possibile “, prosegue la rappresentante di Italia agli italiani “che un dipendente pubblico resti senza stipendio per mesi e mesi, continuando a lavorare, e riceva dalla politica locale vaghe promesse da marinaio, quasi sempre disattese fino a quando il consorzio chiude senza che nessuno, e dico nessuno, si sia preso la responsabilità di una decisione così subdola e vigliacca? Mi auguro che il ricollocamento di tutti e 27 i lavoratori vada presto a buon fine, ma, quando ad essere in gioco è la sopravvivenza di intere famiglie, le dichiarazioni a tal proposito della politica non possono essere così vaghe e fumose. Le problematica è grave e stringente.
La politica dovrebbe essere al servizio dei cittadini. Per decenni è stato il contrario; adesso ne paghiamo (tutti) le conseguenze”, conclude la Paris.
Paola Calvano (il centro)