Muretti, tettoie, box, cancelli e perfino manufatti in muratura adibiti a cucina e servizi igienici collegati con la rete idrica e fognaria. E’ lungo l’elenco degli interventi edilizi abusivi contestati ad alcuni residenti del Villaggio Siv, frazione nell’estrema fascia meridionale della città, al confine con San Salvo.
I cittadini destinatari delle tre ordinanze firmate dal dirigente della sezione urbanistica comunale, Stefano Monteferrante, risultano essere i proprietari dei terreni sui quali sono state realizzate le opere in assenza di “specifici titoli edilizi abitativi”. E che ora hanno 90 giorni di tempo per procedere alla demolizione delle opere abusive e al ripristino dello stato dei luoghi.
Le irregolarità sono state riscontrate dal Nucleo edilizio della polizia municipale dopo un sopralluogo sul posto. L’esito degli accertamenti è contenuto in un verbale corredato di rilievi fotografici e planimetrici.
Nella prima ordinanza si fa riferimento alla realizzazione di un manufatto in muratura, adibito a servizio igienico, di una tettoia con struttura in tubolari metallici e in pannelli di metallo ondulato a parziale copertura del manufatto adibito a bagno e un box/rimessa in profilato metallico.
Con il secondo provvedimento vengono contestati la realizzazione di una tettoia con struttura in tubolare metallico e il posizionamento di un cancello di ferro di 3,40 metri in un giardino di proprietà. Anche in questo caso le opere sarebbero prive di titolo autorizzativo.
La terza ordinanza è quella che contiene gli interventi più corposi: si va dalla costruzione di due box in legno dotati di impianti elettrici, prese ed interruttori , alla realizzazione di una cucina in muratura corredata di lavabo collegato con la rete idrica e fognaria e di un forno integrato nella struttura con tanto di canna fumaria.
Per finire con un muretto di recinzione in blocchi di calcestruzzo e pavimentazione esterna con piastrelle appoggiate sul terreno. Anche in questo caso le opere sono ritenute abusive. I destinatari delle ordinanze sono i proprietari dei terreni dove sono stati realizzati gli interventi, tutti residenti allo stesso numero civico.
In tutti e tre i casi i cittadini non hanno inteso far pervenire alla sezione urbanistica comunale alcuno scritto o memoria difensiva in seguito all’avvenuta notifica dell’avvio del procedimento. Ora, però, possono inoltrare ricorso al Tar o al Presidente della Repubblica.
Anna Bontempo (Il Centro)