Un anno di reclusione. E’ la condanna inflitta ieri pomeriggio dal giudice monocratico Italo Radoccia a G.B. 40 anni, (vengono fornite solo le iniziali per tutelare la vittima e il figlio) comparso in aula per rispondere del reato di stalking nei confronti dell’ex compagna.Per lo stesso motivo da due anni l’uomo non poteva avvicinarsi né alla donna né al loro bambino.
Per la comparsa l’inferno sarebbe stato lungo e doloroso. Fino a quando non ha trovato la forza di chiedere aiuto alle forze dell’ordine.
A gennaio 2016 per l’imputato si sono spalancate le porte del carcere (poi i domiciliari) per violazione del divieto di avvicinamento. L’uomo, ignorando la sentenza dei giudici, aveva raggiunto nuovamente la ex.
Il giudice Radoccia nel corso del lungo e delicato processo ha ascoltato le dichiarazioni di dodici testimoni. Attraverso il loro racconto e quello della vittima è stato ricostruito un menage burrascoso e durissimo per la donna. Le dichiarazioni delle persone comparse in aula sono servite anche per meglio definire il comportamento, spesso irrazionale e persecutorio, dell’accusato.
La vicenda è solo uno dei tanti casi di presunta violenza fra le mura domestiche. Molte donne hanno paura di parlare.
“Ed è quanto di più sbagliato ci sia”, hanno ripetuto di recente il procuratore capo di Vasto Giampiero Di Florio, il commssario Fabio Capaldo e Lucia Zulli, responsabile DonnAttiva, nel corso di un incontro contro la violenza sulle donne ospitate dalla scuola superiore Palizzi.
Le forze dell’ordine periodicamente rinnovano l’invito a denunciare ogni sorta di violenza o abuso.
Dello stesso avviso la Zulli, responsabile dello spertello anti violenza di Vasto. “Parlare, denunciate. Non dovete più subire. Aiutateci ad aiutarvi”, ripete spesso la Zulli che con la sua equipe di avvocati, psicologi, medici e operatori, ha dato aiuto in un anno a decine di donne.
Lo stesso invito è stato fatto più volte da Teresa Di Santo, responsabile dello sportello Emily attivo a Cupello.
La legge è divenuta più severa. Alle prome avvisaglie il violento può essere allontanato e diffidato a riavvicinarsi come avvenuto a Battaglia. La Procura e i giudici del tribinale di Vasto sono molto sensibili al problema. Emblematica la sentenza emessa ieri dal giudice Radoccia. Certo, non basterà la condanna dell’imputato a far dimenticare alla compagna l’inferno subito. Le ferite dell’anima sono più difficili da curare di quelle del corpo. Con l’aiuto delle persone che le voglio bene ritroverà la serenità insieme al suo bambino.
Paola Calvano (Il Centro)