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Rifiuti, ora il Comune di Vasto vuole EcoLan

“Non si può parlare della vendita delle quote Pulchra senza affrontare il discorso del Civeta: la società partecipata del Comune e il Consorzio di Cupello che gestisce l’impianto di Valle Cena sono due facce della stessa medaglia”. Edmondo Laudazi , capogruppo consiliare della lista civica Il Nuovo Faro ed ex amministratore delegato della Pulchra , invita a considerare l’intero ciclo integrato dei rifiuti, dalla raccolta al conferimento.

Lo fa all’indomani della notizia pubblicata dal Centro sulla perizia effettuata da Adelina Di Pietro, la commercialista di Avellino che dall’amministrazione comunale ha ottenuto  l’incarico di valutare il pacchetto azionario del socio pubblico.

Il valore attribuito alle quote è di un milione e 300mila euro. La maggioranza deve quindi decidere cosa fare anche perché il contratto con la Pulchra, costituita  nel 1998  tra il comune di Vasto (51%) e la Sapi di Gianni Petroro (49%), scade il prossimo mese di luglio.

L’amministrazione ha di fronte tre strade: alienazione delle quote e contestuale proroga del contratto per altri cinque anni,  affidamento in house del servizio di igiene urbana o l’indizione di una gara europea. Nel frattempo ha inviato una richiesta ufficiale di ingresso ad Ecolan, la società pubblica frentana, come annunciato nel corso di una recente assemblea straordinaria dal presidente Massimo Ranieri che al comune di Vasto ha consegnato un progetto per raggiungere quota 72% di raccolta differenziata.

Il sindaco Francesco Menna, però, ha smentito l’eventuale adesione ad Ecolan, che non viene vista di buon occhio da alcune forze politiche della coalizione di centrosinistra, ed ha assicurato che la decisione verrà presa nella massima trasparenza e nell’esclusivo interesse della collettività. Della questione verrà investito il consiglio comunale.

“La verità è che l’amministrazione, in questa materia, appare ottenebrata e confusa oltre ogni misura accettabile”, è il parere di Laudazi, “dopo due anni e  a distanza di pochi mesi dalla scadenza del contratto con la società partecipata appare incapace di prospettare una soluzione che consenta di ottenere servizi migliori ed efficienti a prezzi adeguati. Noi riteniamo che Pulchra e Civeta  siano due facce della stessa medaglia, un patrimonio della città che gli attuali amministratori non sembrano in grado di tutelare. La vendita delle quote pubbliche di Pulchra? Siamo contrari, guardiamo invece con favore all’affidamento in house del servizio  ad una società pubblica del territorio”, aggiunge il consigliere comunale riferendosi al Consorzio intercomunale di Cupello, “diversamente sarebbe come decretare la morte del Civeta. E se i sindaci del nostro comprensorio non lo hanno ancora capito farebbero meglio a cambiare lavoro ed occuparsi di altro”.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

 

 

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