Cosa si nasconde dietro al nuovo, inquietante atto intimidatorio messo a segno in danno di un professionista di 30 anni di San Salvo ? Sono in molti a chiederselo dopo che un incendio doloso ha distrutto, alle 2,30 di mercoledi notte, l’auto intestata al padre dell’uomo , una Bmw 4Z cabriolet. L’elegante vettura si trovava parcheggiata dinanzi all’abitazione -studio di famiglia, in via Majella, in pieno centro urbano. Il trentenne è geometra e il padre è un dirigente dell’Ufficio Manutenzioni. Qualcuno ha voluto fare un dispetto al Comune o il dispetto era indirizzato al trentenne ?
Gli investigatori non escludono nessuna ipotesi. Quando è scoppiato l’incendio , la città era sprofondata nel sonno. All’improvviso l’inferno . La vittima ha chiesto immediatamente aiuto ai vigili del fuoco. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri della stazione di San Salvo. Dai primi rilievi, sembra che il piromane abbia agito con accanimento : dopo aver cosparso il mezzo di liquido infiammabile ha appiccato il fuoco. L’inquietante episodio arriva a distanza di 48 ore da un altro incendio doloso di autovettura al Villaggio Siv. Non è dato sapere se i due episodi siano collegati fra loro. I carabinieri hanno informato la Procura .
A coordinare le indagini è il capo della Procura della Repubblica, Giampiero Di Florio. Un grande aiuto potrebbe arrivare questa volta dalla videosorveglianza. La zona in cui è divampato l’incendio è protetta da diverse telecamere private. I carabinieri controlleranno le immagini catturate dagli obiettivi, sperando che il piromane sia riconoscibile. i roghi fanno sempre più paura. Il fuoco è diventato lo strumento più diffuso per vendicarsi, punire, mandare messaggi. L’angoscia del Vastese è giustificata e raccontata dai 170 incendi subiti in poco più di dodici anni.
Gli obiettivi sono mirati. Il motivo scatenante è ogni volta diverso. L’esecutore spesso ha già fatto i conti con la giustizia. Spesso agisce per futili motivi o per infliggere una punizione. Il fuoco viene scelto perché distrugge e cancella ogni traccia degli esecutori. Su quanto accaduto ieri notte gli investigatori hanno sollevato un muro di riserbo.
«Le vicende sono delicate. Nel primo caso il movente forse è privato», si limitano a dire i carabinieri. Nessuno ha mai visto un attentatore all’opera. Le auto incenerite da inizio anno sono già numerose. I roghi hanno risvegliato angosce mai guarite e riportano alla memoria la lunga scia di attentati subiti dal territorio e sfociati in maxi operazioni e retate.
Paola Calvano (Il Centro)