Cala il sipario sulla decima edizione dei giovedì rossettiani. Giorgio Pasotti e Davide Cavuti con “Forza, il meglio è passato” chiudono l’edizione Scenari DiVersi che aveva già visto alternarsi sul palcoscenico Franco Arminio, Edoardo Leo, Lino Guanciale e a Palazzo d’Avalos Alessando Quasimodo.
Pasotti fa registrare il tutto esaurito per uno spettacolo che racconta con ironia del mestiere dell’attore e del modo in cui è cambiata l’arte di stare sul palcoscenico e l’approccio ai testi.
“Oggi non ha più senso recitare il più famoso monologo di tutti i tempi – To be or Not To be, that’s The question – in modo altisonante. Le parole dette in modo semplice giungono dirette al cuore dell’ascoltatore”. E dunque Pasotti si cimenta in una versione dell’Amleto in cui ha più valore il testo che la recitazione roboante. Fido compagno il famoso teschio che che l’attore tiene sotto braccio, in un gesto che vuole “sdrammatizzare” ed educare al teatro della parola. L
’itinerario degli scenari diversi diversi della quinta serata passa poi attraverso Stefano Benni e i suoi monologhi d’amore e l’Arlecchino della commedia dell’Arte.C’è anche spazio per scherzare con il pubblico tra cui sceglie due attori improvvisati. “Fate finta di amarvi. Tu dedichi a lui il sonetto 42 di Shakespeare, tu a lei “Tanto gentile e tanto onesta pare” di Dante Alighieri”.
Il successo dell’ultima serata fa da corollario agli altri delle serate precedenti, serate che hanno visto una straordinaria partecipazione di pubblico che ha seguito con passione i Giovedì Rossettiani in un crescendo di emozioni, tra il tragico e l’umoristico, tra la “leggerezza” di una lettura e l’insegnamento che ci viene ancora da quei versi immortali.