Un riduzione di circa 140 lavoratori a settembre 2018 e il rischio di 600 posti in meno fra due anni. I sindacati invocano una terapia intensiva per salvare l’occupazione e il futuro della Nsg Pilkington di Piana Sant’Angelo. Al via ieri la settimana dei confronti e delle assemblee. Al termine del primo confronto fra Rsu, segretari sindacali provinciali e azienda, il quadro è tutt’altro che roseo. Confermato il momento delicato del colosso vetrario.
Unica nota positiva: grazie ad una serie di trasferimenti da Pilkington alle fabbriche satellite Primo e Bravo, gli esuberi sono scesi dai 220 iniziali a 140. Pilkington ha tuttavia confermato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo che verrà comunicata come previsto dalla legge 75 giorni prima del termine della solidarietà( 25 settembre 2018). Il rischio è che fra due anni gli esuberi siano 600.
Per questo non sono mancati ieri momenti di tensione e non mancheranno nelle prossime settimane. Emilio Di Cola, Franco Zerra e Arnaldo Schioppa (segretari provinciali Cgil, Cisl e Uil) hanno usato toni determinati e chiesto alla dirigenza del colosso vetrario progetti scritti per riportare ordinativi e impianti a 4 turni. Il 4 maggio è in programma l’attivo unitario con tutti i gruppi dirigenti dei sindacati anche degli stabilimenti satellite. Il 7 e 8 maggio si svolgeranno le assemblee di fabbrica.
LA RICETTA. Processi innovativi e tecnologia per la produzione del futuro, rete aziendale, qualità. I sindacati chiedono l’impegno scritto della Pilkington per gestire in modo indolore gli esuberi – attualmente pari a 140 delle circa 2.000 unità lavorative. In fondo il budget del secondo semestre 2017 è stato raggiunto. Occorre uno sforzo comune fra politica , azienda e sindacati. Il futuro potrebbe essere meno incerto grazie ad opportuni investimenti. La Regione ha più volte ribadito e ripetuto nei giorni scorsi, che Pilkington sarà uno dei due siti della multinazionale in Italia finanziati con 30 milioni per progetti di sviluppo. La Regione ha fatto anche una delibera e darà 300mila euro all’industria. Indispensabili i processi innovativi già in atto in Germania. I sindacati hanno ribadito alla società nipponica la richiesta di progetti di miglioramento tecnologico e prodotti che riescano a vincere la competitività del mercato. La concorrenza delle fabbriche dell’Est è forte. E non solo quella. Occorrono nuovi prodotti di qualità. Ottimizzare le lavorazioni e incrementare le produzioni. A San Salvo vanno sviluppati prodotti nuovi dal punto di vista tecnologico.
LE RICHIESTE SINDACALI. Grazie agli stabilimenti satellite, circa 70 lavoratori in esubero sono stati trasferiti in Primo o Bravo. Altri verranno occupati nei servizi. Le stesse regole saranno applicate negli altri stabilimenti italiani del gruppo. La dirigenza di Pilkington Italia incontrerà anche le organizzazioni sindacali e le Rsu di Settimo torinese e Porto Marghera per avviare, prima delle ferie, programmi in grado di battere la concorrenza e mantenere inalterati i livelli occupazionali. L’Italia è il sesto esportatore al mondo di vetro e prodotti in vetro. La principale concorrenza è rappresentata dalle produzioni cinesi a basso prezzo, con Pechino che, oggi, può arrivare a pesare per circa un quarto di tutto l’export globale di settore. Gli altri Paesi che esportano di più dell’Italia sono il Giappone, la Germania, gli Stati Uniti e la Francia.
“Vogliamo progetti scritti“, hanno ripetuto ieri i segretari provinciali sindacali Franco Zerra, Arnaldo Schioppa e Emilio Di Cola. “Servono investimenti e un piano sociale che dopo un adeguato monitoraggio dei lavoratori in età pensionabile eviti di mandare via gli ultimi arrivati. Sarebbe davvero triste per chi ha da poco iniziato a lavorare dovere andare via. Non è più tempo di parlare. E’ necessario riportare gli impianti a 4 turni per evitare che gli esuberi fra due anni siano 600. Occorre muoversi ora”, hanno concluso i sindacati.
Paola Calvano (Il Centro)