Il prossimo 9 luglio è prevista la sentenza per Lorenzo Cozzolino e i presunti personaggi chiave dell’operazione Adriatico. E’ la costola, la più importante del maxi processo. A L’Aquila con Cozzolino sono comparsi giovedi in aula in veste di imputati, la moglie, Italia Belsole, la figlia Giovanna, Carmine e Ferdinando Bevilacqua, l’argentino German Ochsadt, Lucia Sauchella, più altre figure minori.
In tutto, diciotto delle 81 persone finite in giudizio al termine della maxi operazione Adriatico. Cozzolino ha seguito il processo da un maxi schermo. I difensori degli altri imputati hanno giocato un carta a sorpresa. Raffaele Giacomucci, Giovanni Cerella, Fiorenzo Cieri, Marisa Berarducci, Arnaldo Tascione, Antonello Cerella, Nicola Chieffo, Emanuela De Nicolis e altri legali ,hanno invocato l’illegalità delle dichiarazioni del collaboratore perchè prima e dopo le rivelazioni avrebbe incontrato e parlato con la moglie.
La richiesta è stata però rigettata dai giudici che hanno deciso di proseguire il processo e fissato al 23 giugno e 9 luglio le due ultime date. Cozzolino non ha mai ritrattato le proprie dichiarazioni . Ha ripetuto più volte in videoconferenza fatti e circostanze corredandoli di date. L’uomo ha svelato un presunto patto con i rom per la gestione del traffico della droga dalla Campania all’Abruzzo.
E’ sempre stato presente in aula grazie ad una videoconferenza. Ad ogni udienza appare su uno schermo nell’aula del tribunale. Dal suo rifugio segreto segue le dichiarazioni della pubblica accusa e quelle della difensa. Con un altro collegamento è presente anche la moglie, Italia Belsole.
A rappresentare Cozzolino è l’avvocato Nicola Artese. Il collaboratore di giustizia ha ripetuto più volte le inquietanti rivelazioni fatte nel 2013 e ritenute attendibili dagli investigatori. Lui non ha puntato solo il dito contro 80 persone ma è arrivato ad accusarsi dell’omicidio del suocero. Sarebbe stato proprio l’omicidio del congiunto a portare l’ex capoclan a Gissi. Tanti i nomi snocciolati e i personaggi coinvolti. Cozzolino ha sollevato il coperchio su fatti inquietanti avvenuti nel Vastese. Il collaboratore di giustizia ha rivelato la presenza nel territorio di un clan che dal 2011 fu impegnato a finanziare le proprie casse e i collegamenti con l’Olanda e l’Albania. Trentuno accusati finirono anche in carcere.
Paola Calvano (Il Centro)