Si sono spinti con le ruspe fino al piede della duna, causando danni alla tipica vegetazione, anche se di modesta entità. Ma tanto è bastato per rinfocolare la polemica sull’utilizzo improprio dei mezzi meccanici a sud del litorale, nel tratto di spiaggia caratterizzato dalla presenza di rarissime formazioni dunali. L’intervento finito nel mirino di un esperto in botanica, è stato eseguito da privati per rimuovere dall’arenile i rifiuti.
Da sempre il Wwf raccomanda di effettuare le operazioni di pulizia con determinati accorgimenti, proprio per evitare che venga danneggiato il delicato ambiente dunale, considerato una barriera naturale contro l’erosione. I comuni di Vasto e San Salvo, in linea di massima, si attengono alle indicazioni degli esperti delle associazioni ambientaliste che all’approssimarsi di ogni estate forniscono utili consigli per la pulizia della spiaggia, indicando tra gli accorgimenti, di non spingersi con i mezzi meccanici oltre i cinque metri dal piede della duna. L’incognita è rappresentata dai privati: ci sono operatori turistici particolarmente sensibili a queste problematiche, ed altri che vedono l’ambiente dunale come una iattura e non come un valore aggiunto per il litorale.
“Mi chiedo perché si ruspano chilometri di spiaggia a Vasto Marina e poi si usa il fratino come simbolo di una qualità ambientale che si osteggia con tutti i mezzi”, è il laconico commento di Luigi Cinquina, botanico vastese, secondo il quale “ la guerra dichiarata alla biodiversità così delicata dell’ambiente dunale è quotidiana”.
La foto di una ruspa in azione, postata su Facebook dal professionista, ha scatenato una ridda di reazioni. E non sono mancati neanche giudizi negativi sulla tutela dell’ambiente dunale e frasi ironiche sul fratino che, vale la pena ricordarlo, è uno dei parametri per l’assegnazione della bandiera blu.
“Il fratino è un significativo segnale di biodiversità; in altri posti si guardano bene dal farne oggetto di battute e dal ridicolizzarlo”, sostiene l’ex assessore all’ambiente, Anna Suriani, “su questo piccolo uccello fanno studi, lo promuovono per incentivare un turismo naturalista, l’unico tipo di turismo che ad esempio in Abruzzo ancora attrae. Esistono due piani di gestione sia per la riserva di Punta Aderci sia per le dune di Vasto Marina i quali prevedono che le pulizie con i mezzi meccanici possano essere fatte ad alcuni metri di distanza dal piede della duna”.
Insomma, c’è ancora tanto da fare soprattutto sul piano della sensibilizzazione. Proprio per questo i gestori della riserva “Marina di Vasto”, il cui piano di gestione dell’area Sic, ha da poco ottenuto il via libera della giunta regionale, stanno predisponendo un disciplinare.
Anna Bontempo (Il Centro)