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Il Comune deve 4 milioni di euro al Consorzio Icea

Il Comune dovrà versare al Consorzio Icea oltre quattro milioni di euro a titolo di risarcimento danni per un esproprio illegittimo che risale alla fine degli anni ‘80.

Lo ha deciso la Corte di Cassazione che, nel dichiarare inammissibile il ricorso proposto dall’amministrazione comunale guidata dalla sindaca Tiziana Magnacca, ha messo la parola fine all’ultraventennale contenzioso conclusosi dopo 24 anni e otto sentenze nei diversi gradi di giudizio. La controversia definita dagli “Ermellini”con una sentenza del 24 maggio risale infatti al 1994 e ruota intorno all’esproprio di dodici ettari di terreni a San Salvo Marina di proprietà del Consorzio, utilizzati dal Comune per la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica (area Peep).

Nato con le ultime giunte della prima Repubblica (Dc-Psi), il contenzioso era stato poi portato avanti dagli esecutivi di centrosinistra, che hanno proposto appello ad ogni sentenza sfavorevole, e dall’attuale amministrazione di centrodestra che nel 2014 decise di ricorrere in Cassazione contro la sentenza della Corte d’appello d’Appello dell’Aquila che condannò il Comune al pagamento di circa 4 milioni e 400mila euro. In quella occasione il Consorzio presieduto da Gino Raspa si dichiarò disponibile a risolvere la questione con un accordo, smentendo una eventuale responsabilità per la mancata composizione bonaria della controversa vicenda su cui la suprema Corte oggi ha messo un punto fermo.

Il “caso Icea” è stato spesso in questi anni al centro del dibattito politico. La linea portata avanti dalla maggioranza di centrodestra dal suo insediamento in Comune ricalca sostanzialmente quella della giunta guidata a suo tempo da Gabriele Marchese, secondo la quale la questione Comune-Icea altro non è che una partita di giro per cui nulla è dovuto ad alcuno. Infatti la sindaca Magnacca e la sua maggioranza hanno sposato questa impostazione e hanno ribadito in più occasioni che il comportamento amministrativo e giuridico delle precedenti amministrazioni comunali è sempre stato corretto,  rispettoso delle norme di legge e sempre a tutela dell’interesse collettivo. Tesi sonoramente bocciata dalla Cassazione che ha invece ritenuto fondate le argomentazioni sostenute dal Consorzio rappresentato e difeso dall’avvocato Placido Pelliccia.

Resta da vedere ora se quella composizione bonaria tanto invocata in questi anni potrà concretizzarsi, anche per non esporre il Comune ad un eventuale procedimento della Corte dei Conti per danno erariale.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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