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“Prima della vendita cambiate lo Statuto”

L’adeguamento dello statuto della Pulchra, prescritto anche dal collegio dei revisori dei conti, e i mancati ricavi  derivanti dalla vendita dei rifiuti differenziati che, secondo i calcoli del Movimento 5 stelle,  ammonterebbero a circa un milione di euro. Sono stati i temi al centro della Commissione di vigilanza convocata lunedì pomeriggio dal presidente Vincenzo Suriani.

La società partecipata del Comune continua ad essere al centro del dibattito politico in vista della scadenza del contratto fissata al 15 luglio. Nelle scorse settimane il consiglio comunale, con i soli voti della maggioranza di centrosinistra, ha deciso di vendere le quote pubbliche detenute nella spa, valutate 1.333.000 euro, con una gara che servirà anche ad appaltare il servizio con un nuovo contratto. Ma non mancano i dubbi legati a questa operazione. Uno di questi è rappresentato dallo statuto della Pulchra che, lo hanno detto chiaro e tondo i revisori dei conti nella relazione allegata al bilancio, deve essere adeguato alla legge 175 del 2016. Un tema rilanciato in Commissione da Edmondo Laudazi, capogruppo consiliare della lista civica Il Nuovo Faro.

“L’adeguamento dello statuto della società partecipata non è più rinviabile”, sostiene l’esponente della minoranza, “soprattutto in vista della costituzione dell’Agir, l’autorità regionale per i rifiuti, che avocherà a se tutte le gare dei comuni abruzzesi e che mi auguro possa avere al suo interno rappresentanti del territorio. Tra l’altro, così come stanno le cose  e senza le necessarie modifiche, sarebbe impossibile per un privato acquistare le quote pubbliche. Nello statuto della Pulchra si fa infatti riferimento a due tipologie di quote: quelle  di tipo A pubbliche e quelle di tipo B private. Le quote di tipo A non possono essere comprate da soggetti privati. L’altro aspetto paradossale è che la società, pur essendo a maggioranza pubblica con il 51% del pacchetto azionario, ha un amministratore delegato che è espressione del socio privato, cioè la Sapi, che, di fatto esercita il controllo della spa”.

Non è stato l’unico argomento che ha tenuto banco in Commissione dove è approdata la relazione presentata dalla consigliera comunale del Movimento 5 stelle Dina Carinci. Secondo la pentastellata, che insieme al suo collega Marco Gallo sta passando sotto la lente di ingrandimento il contratto con la Pulchra, ammonterebbero ad un milione di euro i mancati ricavi dalla vendita dei rifiuti differenziati in un arco temporale che va dal 2010 al 2017. Il riferimento è a carta, cartone, vetro, plastica, alluminio ed acciaio prodotti dalla raccolta differenziata nell’arco di sette anni. A  supporto di tale tesi ci sono dei calcoli dai quali risulterebbero non valorizzati materiali per 932.352 euro, cui sono da aggiungere 79.830 euro per servizi di selezione pagati alla Pulchra,  ma non effettuati.

Su questi argomenti gli esponenti della maggioranza presenti alla riunione, tra cui l’ex sindaco Luciano Lapenna che dell’ organismo consiliare è il vice presidente, si è detta disponibile a chiarire tutto. Alla fine è stato deciso che la relazione del gruppo consiliare del M5S verrà inviata alla Pulchra che avrà quindici giorni di tempo per  rispondere.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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