L’area verde di proprietà pubblica è incolta? Stanca di aspettare l’intervento del Comune la ripulisce a proprie spese e decide di “adottarla”. Protagonista dell’iniziativa è Luciana Salice, residente in via Palombari, nella parte alta della città, dove esiste un appezzamento di terreno rimasto incolto e privo di manutenzione da oltre un anno. La donna, che in più di una occasione ha sollecitato il Comune ad intervenire, ha optato alla fine per una diversa soluzione: ha deciso di adottare l’area.
“Sono andata in Municipio e ho formalizzato l’adozione”, racconta Luciana Salice, “mi occuperò io di quel terreno, ma spero che tra i residenti della zona, dove insistono diverse palazzine, ci sia qualcuno che voglia darmi una mano”.
La storia di quel terreno, uno spazio verde utilizzato dai bambini del quartiere, è alquanto singolare. Per tredici anni della sua manutenzione si è occupato, in maniera del tutto volontaria e a proprie spese, un noto commerciante, il quale dopo essere stato multato dalla polizia municipale perché la siepe del suo giardino sporgeva di 20 centimetri fuori dalla proprietà privata, ha smesso di curare l’area verde. Senza lo sfalcio dell’erba e la continua manutenzione l’appezzamento di terreno è diventato una sorta di giungla, mentre prima era sempre curato e pulito e i bambini avevano a disposizione uno spazio dove poter giocare senza il rischio di essere investiti dalle auto. Ora con l’adozione dell’area verde da parte di Luciana Salice ci sarà sempre qualcuno che si occuperà di falciare l’erba e di rimuovere i rifiuti.
“Al Comune chiedo solo di mettere a disposizione delle panchine e dei cestini”, aggiunge la donna, la quale si augura che altri seguano il suo esempio. L’adozione delle aree pubbliche, disciplinata da un regolamento approvato durante la precedente amministrazione comunale, è una formula ampiamente collaudata in molte città.
Anna Bontempo (Il Centro)