E’ atteso per oggi il deposito della perizia del dottor Renato Ariatti, psichiatra di Bologna, incaricato dalla Corte d’Appello dell’Aquila di effettuare una accurata valutazione psichiatrica su Fabio Di Lello, l’uomo accusato di aver ucciso il primo febbraio 2017 il 21enne Italo D’Elisa.
Oggi i risultati saranno consegnati ai giudici della Corte d’assise d’Appello e resi noti durante l’udienza. La difesa è certa che emergerà senza alcun dubbio l’incapacità di intendere e volere dell’imputato condannato in primo grado a 30 anni di carcere.Il perito è al lavoro dal mese di febbraio. I legali di Di Lello, mirano a dimostrare che l’omicidio del giovane D’Elisa non fu un atto premeditato, ma un raptus irrazionale per vendicare la morte della moglie, Roberta Smargiassi, investita e uccisa da D’Elisa nel luglio 2016.
Lo specialista oggi racconterà le condizioni psico-fisiche di Di Lello e se quando sparò a D’Elisa era in grado di comprendere la gravità del suo gesto. Il responso sarà fondamentale per l’esito del giudizio d’appello. La difesa di Di Lello è rappresentata dagli avvocati Giuliano Milia e Pierpaolo Andreoni.
I legali della parte civile sono gli avvocati Pompeo Del Re e Gianrico Ranaldi.
A chiedere il giudizio in appello sono stati i difensori di Fabio Di Lello. L’ex fornaio il 1° febbraio 2017 dopo aver sparato ad Italo D’Elisa tornò al cimitero e lasciò la pistola vicino alla tomba della moglie. In primo grado, il 24 marzo 2017, la Corte d’assise di Lanciano ha condannato l’imputato a trent’anni di reclusione, tre anni di libertà vigilata, interdizione perpetua dai pubblici uffici e una provvisionale di 40mila euro a testa ai familiari di D’Elisa.
Paola Calvano (Il Centro)