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Droga e ‘ndrangheta, malore al processo per il test

Operazione ” Isola felice “. Quello di ieri avrebbe dovuto essere il giorno delle rivelazioni di Eugenio Ferrazzo che aveva deciso di rispondere alle domande dei magistrati. Un improvviso malore però gli ha fatto perdere i sensi mentre deponeva .

Il Tribunale ha stralciato la posizione di Ferrazzo ( trasferito in ospedale) e si è occupato di altre questioni preliminari. Il processo è stato quindi aggiornato al 15 ottobre prossimo. La vicenda , finita in Parlamento, ha rivelato pericolose infiltrazioni nel Vastese .

Complessivamente sono 106 gli imputati del processo “Isola felice”, cominciato a Pescara l’autunno scorso . I principali imputati risiedono nel Vastese. Molti dei reati contestati però sarebbero avvenuti a Montesilvano e per questo il processo si celebra a Pescara. Sulla vicenda seguita dalla Dia (Direzione investigativa antimafia), a settembre 2017 venne presentata una inquietante relazione in Parlamento. L’Antimafia nel dossier ribadì che la ’ndrangheta ha cercato più volte di mettere radici a San Salvo. Su 106 imputati, le misure cautelari furono all’epoca 25. Sei le regioni in cui a detta della Dia operavano gli accusati. Le accuse sono raccolte in un dossier di 600 pagine.

I fatti si riferiscono al biennio 2010-2012. Vasto e San Salvo, secondo gli investigatori, sarebbero state le basi degli indagati e i personaggi locali avrebbero avuto un ruolo di spicco nel clan gestito da Eugenio Ferrazzo. L’uomo, arrivato in Abruzzo a ottobre 2006, dopo un periodo di detenzione all’estero per traffico internazionale di cocaina, si trasferì a San Salvo, sfuggendo alla mattanza ordita dallo zio, Mario Donato Ferrazzo, capo indiscusso della ’ndrina di Mesoraca (Crotone) e reclutando così la manovalanza.

«In una prima fase», sostengono gli investigatori nelle accuse, «Eugenio Ferrazzo stabilì la sua base operativa e logistica a casa della compagna, a Montesilvano. Poi a San Salvo ,Ferrazzo avrebbe sviluppato un sodalizio criminale». L’inchiesta alzò il velo sulla penetrazione della criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista in Abruzzo e in particolare nel vastese. L’operazione portò al sequestro di oltre 300 chili di droga, insieme a fucili, mitragliatori, pistole e munizioni. Un esercito di avvocati ieri mattina ha raggiunto da Vasto il tribunale di Pescara. Fra loro gli avvocati Alessandro Orlando e Raffaele Giacomucci.

Paola Calvano (il centro)

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