Alle ore 12,54 di martedì 21 gennaio 2014, pubblicammo, su questo quotidiano, un articolo dal titolo: “Vasto, ecco cosa accade al cimitero”. Nello stesso articolo, su segnalazione di cittadini indignati, mettevamo in risalto alcune “stranezze” che quotidianamente avvenivano nel cimitero comunale. Invitammo l’allora sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, a verificare le condizioni in cui versava il cimitero, e a controllarne la gestione. Ponemmo allo stesso sindaco, invitandolo a fornirci chiarimenti, queste precise domande: “Con quali criteri vengono assegnati i loculi? In quali orari e in che giorni possono essere fatte le tumulazioni? Chi incassa i soldi delle riesumazioni? Esiste un archivio, senza voler tornare indietro negli anni, di quante tumulazioni e riesumazioni sono state effettuate solo nel 2013? Quanti soldi avrebbe dovuto incassare il Comune di Vasto? Quanti ne ha incassati? E le lampadine? Quando non funzionano chi deve cambiarle? Vanno pagate? A chi?”.
Alle ore 14,56 dello stesso giorno, ricevemmo come risposta una nota ufficiale del sindaco Lapenna, a firma del giornalista e consulente politico Christian Lalla, dal tono decisamente intimidatorio. Nella nota veniva, tra l’altro, testualmente scritto:
“In riferimento alle gravi affermazioni e allusioni contenute nell’articolo dal titolo Ecco cosa accade al cimitero, apparso sul sito di informazione locale www.ilnuovoonline.it, in data 21.01.2014, a firma del Direttore Alfonso Di Virgilio, il Sindaco del Comune di Vasto comunica che nella giornata di mercoledì 22 gennaio 2014, porterà personalmente all’attenzione del Signor Procuratore presso il Tribunale di Vasto le gravi affermazioni e allusioni contenute nella nota in oggetto affinchè venga fatta piena luce su quanto nella stessa denunciato. Il Sindaco chiederà al Signor Procuratore della Repubblica un’accurata indagine per fare piena luce sul contenuto dell’articolo, ascoltando l’autore dello stesso, oltre ai numerosi cittadini che si sono rivolti alla redazione del quotidiano www.ilnuovoonline.it per denunciare il presunto stato dei fatti”.
Ancora oggi, a distanza di quattro anni, ignoriamo se il 22 gennaio del 2014 l’allora sindaco Lapenna si sia recato negli uffici del Procuratore della Repubblica di Vasto a chiedere un’accurata indagine su quanto da noi denunciato. Ma, non essendo mai stati convocati e ascoltati dal Signor Procuratore, riteniamo di no.
In quei giorni, ricevemmo parole di solidarietà da cittadini e politici. Marco di Michele Marisi ci invitò a non “lasciarci intimidire dall’arroganza di chi non è abituato, per carenza di capacità e mancanza di educazione, a ricevere critiche e a rispondere senza dover sventolare lo spauracchio della Procura”. Davide D’Alessandro scrisse: “Se un giornale rivolge domande, basta rispondere e chiarire. Invece che strepitare e rifugiarsi in Procura, Lapenna risponda alle domande”.
A distanza di oltre quattro anni, il cimitero comunale torna agli onori della cronaca. E ci torna perché, a conclusione di indagini condotte dalla Polizia di Stato e su richiesta del Procuratore della Repubblica Giampiero Di Florio, il GIP del Tribunale di Vasto ha emesso ordinanze di custodia cautelare, in regime degli arresti domiciliari, nei confronti di tre dipendenti comunali in servizio presso il cimitero. I tre sono accusati di aver posto in essere una vera e propria attività illecita in grado di fruttare loro denaro contante, noncurante della normativa vigente in materia e utilizzando l’Ufficio Pubblico per il loro profitto personale.
“L’attività illecita dei dipendenti comunali – si legge nel comunicato stampa del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Vasto – riguardava soprattutto le operazioni di inumazione, tumulazione, esumazione ed estumulazione dei feretri, per eseguire le quali, i tre inducevano gli utenti a pagare loro somme di denaro, anziché rivolgersi al servizio Patrimonio e Demanio del Comune, per il versamento delle tariffe previste dal regolamento”.
Che dire? Che siamo stati bravi? No. Abbiamo semplicemente fatto, con grande serenità e passione, il nostro dovere. Che è quello di informare, di chiedere, di fare domande, di pretendere risposte. E di dare voce a quei cittadini che, spesso, voce non hanno.
Certo, ci amareggia non poco la vicenda degli arresti. Ma se quattro anni fa l’allora sindaco Lapenna, piuttosto che sventolare lo spauracchio della Procura, avesse semplicemente aperto un’inchiesta su quanto da noi denunciato, probabilmente la vicenda avrebbe preso un’altra piega e non si sarebbe arrivati a tanto. Ma lo scusiamo. In quei freddi giorni di gennaio dell’anno 2014 Luciano Lapenna non aveva proprio tempo da dedicare al Cimitero cittadino. Impegnato com’era ad occuparsi della salvaguardia del Fratino.
Alfonso Di Virgilio