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“Una sepoltura? Sì può fare, con una spesa extra”

Operazione ” Eterno riposo “. I tre dipendenti comunali accusati di induzione indebita di utilità e vilipendio di cadavere saranno interrogati dal gip del Tribunale di Vasto, martedi pomeriggio alle 15,30. Franco D’Abrosio, 60 anni, Antonio Recinelli, 65 anni, e Luisito Lategano, 45 anni saranno assistiti dagli avvocati Antonello Cerella e Massimiliano Baccalà. Il Comune di Vasto è intenzionato a costituirsi parte civile in giudizio. I difensori preparano la battaglia giudiziaria ma a inchiodare gli accusati ci sono immagini eloquenti e intercettazioni telefoniche inequivocabili.

LE PROVE. Cadaveri riesumati e trasferiti in contenitori di zinco senza alcuna autorizzazione. Tumulazioni concesse a 250 euro anche di domenica. Riduzione delle salme e trasferimento per 350 euro. Il mercato illegale dei defunti coinvolgeva indifferentemente vastesi o famiglie che risiedevano in altre regioni. Pilotate dalla ‘cricca del caro estinto’ anche le esumazioni e trasferimento delle salme al cimitero : secondo quanto emerso dalle indagini, i tre praticavano anche sconti che li facevano passare per benefatori. L’importante era andare al cimitero all’ora concordata e previo avviso telefonico. Era Luisito Lategano che gestiva i contatti telefonici raccomadandosi con l’interlocutore di non parlare con nessuno per evitare di dover presentare una domanda al Comune.

” Le tumulazioni le facciamo solo il martedi e il venerdi , io posso farle un piacere ma c’è una spesa extra da fare , lo dico in partenza”, è una delle frasi intercettate con i familiari di un defunto che rientrava da fuori paese. Il funerale era in programma di domenica. Con la spesa extra non ci sarebbe stato alcun problema per la tumulazione. E con un obolo extra, Lategano effettuava illegalmente anche lavori di pulizia delle cappelle. Altre contrattazioni avvenivano direttamente nell’ufficio del cimitero da Recinelli e D’Abrosio. Dal tenore delle conversazioni intercettate appare evidente che molti familiari dei defunti erano consapevoli di comprare il favore di Lategano Recinelli e D’Ambrosio. Sarebbero bastate 250 euro per effettuare la sepoltura in un giorno diverso dal martedi o dal venerdi.

L’INCHIESTA. “Fatti gravi e inqualificabili, sui quali agiremo con determinazione”, ha dichiarato il procuratore capo della Repubblica, Giampiero Di Florio. L’inchiesta partita da un cartello affisso sul cancello del cimitero era stata in realtà preceduta da alcune segnalazioni e telefonate, purtroppo anonime, arrivate in commissariato. L’attività investigativa che è solo all’inizio e che potrebbe portare a conclusioni inaspettate, si è svolta prevalentemente all’interno dell’ufficio situato all’ingresso del cimitero. Alle intercettazioni ambientali sono state aggiunte riprese video. Le registrazioni video sono cominciate il 7 maggio grazie all’installazione di microspie. Il contenuto dei dialoghi ripresi da Recinelli e D’Ambrosio è inequivocabile e racconta le procedure di tumulazione, esumazione o trasferimento che avvenivano senza alcuna autorizzazione , ma anche come venivano gestiti gli incassi e la successiva spartizione di denaro.

LA DIFESA. Non ci stanno i 3 arrestati a pagare da soli. L’avvocato Antonello Cerella contesta il capo d’imputazione. ” Occorre accertare il tipo di contratto dei tre arrestati”, dice Cerella. ” Per essere accusati di induzione occorre essere pubblici ufficiali o responsabili di pubblici servizi. Il mio cliente , Lategano era un semplice operaio senza alcun potere decisionale”, sostiene il difensore. E La battaglia fra accusa e difesa è solo all’inizio.

Paola Calvano (il centro)

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