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Tangenti al cimitero di Vasto, gli indagati parlano

Operazione ” Eterno riposo”. I tre dipendenti comunali arrestati, Luisito Lategano, Antonio Recinelli e Franco D’Ambrosio, negano di avere mai preteso o ” indotto” i cittadini a versare denaro per le tumulazioni, esumazioni e trasferimento delle salme. I 14 cittadini intercettati dalla polizia mentre parlavano con gli arrestati però, non ci stanno a passare per furbetti che cercavano di pagare i favori e soprattutto non vogliono pagare anche penalmente oltre che materialmente un comportamento che ritenevano consuetudine.

Il dirigente del commissariato, Fabio Capaldo , ha cominciato ad interrogare alcuni di loro alla presenza degli avvocati. Su 14 indagati gli investigatori hanno ascoltato le dichiarazioni di un terzo dei cittadini. Il contenuto dei colloqui è coperto dal massimo riserbo.

Capaldo aveva chiesto agli indagati di collaborare. L’espressione soddisfatta del dirigente del commissariato induce a pensare che qualcuno forse possa aver fornito risposte esaustive e preziosi elementi sui quali proseguire le indagini. Hanno fatto forse altri nomi? Hanno raccontato particolari ancora sconosciuti? Inutile chiederlo alla dirigente del commissariato.

“Quello che è stato detto”, dice il commissario Capaldo “non posso dirlo. Ricordo che l’inchiesta è solo all’inizio. A costo di essere ripetitivo tuttavia, rinnovo l’invito a tutti i vastesi a collaborare. Anche i dipendenti comunali. Se qualcuno sa, ci aiuti a risalire alla verità”, insiste il dirigente del commissario.

Oggi sono in programma altri interrogatori. Intanto i difensori di Antonio Recinelli, 65 anni e Franco D’Ambrosio, 45 anni, gli avvocati Alessandro Orlando e Massimiliano Baccalà hanno presentato ricorso al Riesame per ottenere l’annullamento della custodia cautelare domiciliare per i due dipendenti comunali.

Con il passare dei giorni l’inchiesta di arricchisce di nuovi passaggi. La polizia giudiziaria sta esaminando un voluminoso faldone riguardante le tumulazioni degli ultimi anni, ma anche la traslazione delle sale dalle tombe alle urne. Dopo il blitz del 5 luglio in municipio, gli agenti stanno spulciando da giorni documenti e ricevute e altro materiale cartaceo aggiunto ai documenti sequestrati a maggio. L’inchiesta mira a scoprire da quanto tempo durasse il comportamento illecito dei tre dipendenti finiti in manette.

Un comportamento accettato con rassegnazione da molti cittadini quasi fosse consuetudine. La polizia sta anche cercando di quantificare il danno subito dal Comune: in quanti casi non sono stati versati i contributi che sarebbero dovuti finire nelle casse comunali e come e perchè veniva evasa la procedura regolare e in che modo i tre accusati riuscivano a non fare sospettare nulla a funzionari e dirigenti comunali.

Paola Calvano (Il Centro)

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