Il comunicato inviato agli organi di stampa da alcuni consiglieri comunali di minoranza sull’ordinanza Sindacale del Comune di Vasto, che ha vietato la balneazione a Punta Penna chiama in causa, non so a quale titolo e per quali ragioni, la struttura di gestione della Riserva Naturale Regionale Punta Aderci, che insieme ai visitatori e ai cittadini in questo specifico caso risulta la parte lesa.
Come tutti sanno i confini dell’area protetta regionale arrivano fino alla battigia, mentre le competenze del tratto di mare restano agli organi statali.
Tuttavia non è la questione dei confini e delle competenze amministrative il problema che pone il comunicato pubblicato da quotidiani e organi di informazioni sul web, ma un vero, incomprensibile attacco, senza precedenti, decisamente lesivo nei confronti del gruppo operativo della riserva, che da venti anni porta avanti il difficile e faticoso lavoro quotidiano nella gestione dell’area protetta, con risultati decisamente positivi e verificabili, riconosciuti da addetti ai lavori, da un pubblico sempre più presente e da molti amministratori e dirigenti regionali che controllano e valutano la nostra attività.
La critica rivolta all’amministrazione comunale accusata di tutelare …” solo il business dei falsi ambientalisti che la gestiscono”… merita alcune dovute precisazioni.
Il termine “falsi ambientalisti” lascia intendere che il lavoro del personale addetto alla riserva, dopo l’aggiudicazione di una gara pubblica di appalto, sia in qualche modo inadeguata e senza alcuna preparazione tecnica.
Forse non tutti sanno che trenta anni fa, verso la fine degli anni ottanta, il sindaco di Vasto, Antonio Prospero, incaricò la stessa Cogecstre per uno studio di fattibilità sui valori naturalistici dell’area. Alcuni anni dopo, nel 1998, la ricerca venne utilizzata dalla Regione Abruzzo per istituire la Riserva di Punta Aderci.
Se eravamo tra i primi ad occuparci di conservazione e tutela ambientale nei primi anni “80 come è possibile che dopo tanti anni diventiamo inadeguati? La nostra cooperativa opera all’interno delle aree protette dal 1980 ed è stata inserita recentemente in un rapporto ufficiale del Ministero dell’Ambiente e di Unioncamere nazionale come un’esperienza di successo per la Geen Economy, su più di settecento riserve naturali al di fuori dei parchi nazionali, l’unica esperienza positiva considerata è stata questa abruzzese.
Le donne e gli uomini che sostengono la cooperativa, oltre 50, sono esperti forestali, biologi e ambientalisti che studiano e lavorano in questo settore da diversi decenni.
Hanno pubblicato numerosi libri (oltre 400) sull’ambiente e realizzano documentari inediti (oltre 100) sui diversi ecosistemi, sulla biodiversità e sulle aree protette, trasmesse alla Rai nazionale e dalle televisioni locali continuamente.
Sulla questione business ci sarebbe molto da dire visto che ormai da anni la cooperativa è costretta ad anticipare per molti mesi i costi di gestione utilizzando le competenze dovute con ricorsi a strutture finanziarie costose che non possono essere neppure rendicontate. La presenza di lievi tracce di enterococchi nel mare, viene utilizzata per screditare la nostra attività, quando il problema si è risolto in sole 48 ore visto che la nuova ordinanza ha già rimosso il divieto di balneazione perché le ultime analisi dell’Arta portano a meno di 1 il valore che prima era di 220 (la tolleranza arriva a 200).
Del resto l’aumento del flusso turistico nella Riserva di Punta Aderci è dovuto anche alla straordinaria qualità delle acque verificata ogni anno in questo bellissimo tratto di costa che molti definiscono “l’ultima spiaggia”, purtroppo in molte località costiere adriatiche dilagano I divieti di balneazione per la presenza di elementi inquinanti pericolosi.
Non tutti sanno che durante l’Amministrazione del Sindaco Luciano Lapenna la Riserva ha contribuito a migliorare il sistema di smaltimento fognario. Grazie ai fondi FAS regionali destinati alle Riserve sono stati collegati i servizi igienici, ad uso dei visitatori della spiaggia, all’impianto fognario di Punta Penna, risolvendo definitivamente il problema dello svuotamento periodico delle vasche imofh e dando la possibilità al Circolo Nautico e ai Trabocchi sul molo di Ponente di allacciarsi alla rete fognaria.
Proprio al fine di evitare possibili dispersioni involontarie di inquinanti in mare. La riserva di Punta Aderci in pochi anni è riuscita a posizionarsi tra i primi posti in Abruzzo nella rete delle 25 riserve istituite dalla Regione.
Nonostante le risorse finanziarie ordinarie non sono molte (sotto la media di molte aree analoghe) Punta Aderci è ormai conosciuta e apprezzata in tutta Italia come dimostrano da anni i ripetuti rapporti positivi di Goletta Verde di Legambiente che a fine mese tornerà di nuovo a Punta Penne, mentre una ricerca sul turismo nella riserva avviata dall’Universitá del Molise e dal CNR-ISMAR di Venezia ha messo in evidenza che il 97% dei turisti si dichiarano decisamente soddisfatti dell’area protetta.
Tuttavia noi cerchiamo di restare fuori dagli aspetti politici della comunità vastese, consapevoli del nostro ruolo tecnico e della possibilità di migliorare sempre le attività di gestione della riserva. Pur rispettando ogni opinione e critica costruttiva che resta sempre il sale della democrazia, purtroppo siamo stati costretti questa volta a tutelare la dignità dei lavoratori della riserva ricordando che dovere del giornalista, caposaldo del diritto di cronaca, è il dovere di verità, quale “obbligo inderogabile”.
Fernando Di Fabrizio,
Presidente COGECSTRE