Revoca degli arresti domiciliari a condizione che i tre indagati non mettano piede in territorio comunale. Divieto di dimora in città per Luisito Lategano, Antonio Recinelli e Franco D’Ambrosio i tre dipendenti arrestati per induzione al pagamento illecito delle operazioni cimiteriali.
La singolare sentenza è stata emessa ieri pomeriggio dai giudici del Tribunale del Riesame a cui si sono appellati gli avvocati Antonello Cerella e Massimiliano Baccalà difensori di Lategano, Recinelli e D’Ambrosio . Gli avvocati , davanti ad un quadro accusatorio decisamente grave sono soddisfatti della misura concessa ai tre indagati. La decisione del Riesame soddisfa tuttavia anche gli investigatori che proseguono le indagini. La lontananza dei tre eviterà il possibile inquinamento delle prove. Certo i tre dipendenti comunali ora dovranno trovare una nuova casa e una nuova città in cui risiedere.
” Siamo già soddisfatti della revoca degli arresti”, dicono Cerella e Baccalà , “ma dal momento che non ci sono motivi per i quali i nostri assistiti debbano restare lontano presto torneremo a chiedere il loro rientro in città”, dicono gli avvocati. Molto dipenderà dalle notizie che stanno acquisendo la procura di Vasto e il dirigente del commissariato, Fabio Capaldo grazie alla collaborazione di qualche cittadino. L’audizione dei 14 indagati ha rafforzato l’ipotesi accusatoria. Qualcuno degli indagati si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma altri hanno confermato il malvezzo dei pagamenti illegali ai tre dipendenti.C’è stato anche chi ha aggiunto altri particolari sulla esumazione delle salme e la loro sistemazione in urne. Passaggi che avrebbero avuto anche un tariffario .
Gli accusati negano e insistono del dire di non avere mai preteso o “indotto” i cittadini a versare denaro per tumulazioni, esumazioni e trasferimento delle salme e parlano di regalie per le loro prestazioni, “mance” che nulla hanno tolto al Comune.
Paola Calvano (il centro)