Denunciano “pressioni” e chiedono l’immediata approvazione del piano di gestione del Sic (sito di interesse comunitario) della riserva “Marina di Vasto”. Legambiente e Wwf mettono in guardia dal rischio cementificazione che incombe sulla costa.
“Non si possono lasciare le spiagge in mano ai cementificatori e consentire devastazioni per la mancata approvazione dei piani di gestione Sic pronti già da tempo, pagati con denaro pubblico e rimasti nei cassetti di qualche ufficio regionale”, affermano le due associazioni, “a dir poco plateale la situazione del Sic di Marina di Vasto. Il suo piano di gestione è in balia di chi sostiene un’azione di forte devastazione dell’area dunale di grande pregio esistente e già gravata dalla forte urbanizzazione della parte retrostante. Le proposte di accessi smisurati, oltre il doppio dell’esistente e l’esercizio di un’ulteriore azione antropica nell’area dunale, rappresentano una visione errata (tra l’altro neanche richiesta) della fruibilità di una riserva naturale ma anche di un turismo che non esiste più e che anzi, oggi proprio in virtù del nuovo piano regionale, parla di natura, bellezza e responsabilità. Elementi che certamente non possono appartenere a chi politicamente difende non solo i mali delle nostre spiagge ma addirittura la costruzione di un cementificio dentro la fascia di protezione della riserva di Punta Aderci, tra le spiagge più belle d’italia, anche a discapito della nascente Via verde”.
Per Wwf e Legambiente “è tempo di uscire da questo nanismo politico e da una irreale visione del presente, ma anche dalla complicità della non scelta e della divisione. La tutela del bene comune non può essere elemento strumentale della dialettica politica ma un principio ispiratore. Ecco perché ci auguriamo che domani, in sede di approvazione del piano di gestione del Sic Marina di Vasto, questo principio prevalga sull’ottusità di meri interessi privatistici fuori tempo e superati da nuove richieste turistiche che puntano sulla qualità e sulla bellezza, nonché sulla fruibilità naturalistica dei territori”.
Anna Bontempo (Il Centro)