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L’Abruzzo ha varato il piano contro la ludopatia

La giunta regionale non gioca d’azzardo ma d’anticipo sul governo e approva il nuovo piano contro la ludopatia. Si tratta di 26 pagine che partono da due dati particolarmente scioccanti: il 50% dei malati di scommesse ha pensato al suicidio; l’Abruzzo guida lista nera delle regioni in cui c’è la spesa maggiore pro capite nel gioco d’azzardo. Il piano quindi si pone due obiettivi: il necessario finanziamento alle 4 Asl abruzzesi, per le quali è previsto oltre un milione di euro per assumere personale, e una programmazione di molteplici interventi su tutto il territorio regionale. Il Centro ha letto le 26 pagine che partono con dati molto preoccupanti.
I NUMERI CHOC. «Il gioco d’azzardo può alimentare una patologia da dipendenza con caratteristiche cliniche specifiche. Basti pensare che il 50% di questi malati ha pensato al suicidio e il 17% lo ha anche tentato». Quindi il piano spiega l’importanza dei Serd: «Sono l’asse portante del sistema di intervento per la cura e la prevenzione delle dipendenze. I Sert sono stati istituiti nel 1990, ma nel 2014 sono stati chiamati Serd, servizi pubblici per le dipendenze non solo da sostanze ma anche da comportamenti».

I LIMITI. «Il sistema di intervento dei 581 Serd italiani soffre però della contrazione delle risorse che lo Stato è in grado di destinare». Questo è l’incipit dell’analisi dei limiti.«Si è osservata una riduzione della qualità dell’offerta che non è in grado di soddisfare tutte le richieste che emergono dai territorio. E questa sofferenza», continua il documento approvato dalla giunta regionale, «viene aggravata dall’esplosione del numero dei malati bisognosi di cure». In aggiunta a tutto ciò: «La crisi economica ha ulteriormente peggiorato le condizioni di marginalità sociale e di vulnerabilità». Fatta questa riflessione sui punti deboli da risolvere, il piano fa una stima delle spese attuali. Che sono da record.QUANTO COSTA. A livello nazionale la spesa complessiva per le dipendenze ammonta a 675 milioni di euro. Il 61% risulta essere destinato alle attività ambulatoriali e domiciliari; il 35% invece a tutte le attività di tipo residenziale e semiresidenziale; infine il restante 4% alla sperimentazione. Si tratta di somme enormi che solo una buona prevenzione può abbattere. Ma per risolvere il dramma di chi si ammala di gioco d’azzardo non basta – sottolinea il documento della Regione – eliminare le slot machine, porre limiti o imporre divieti, come finora si è fatto, né far scomparire la pubblicità, come ha previsto il governo. Questo perché, si legge nel nuovo piano, «la dipendenza da gioco d’azzardo non è un problema circoscritto alla singola persona ma grava sui nuclei familiari e sociali nei quali la persona si muove e vive».«La prima esigenza quindi è quella di conoscere la realtà regionale per comprendere quali siano le sacche geografiche maggiormente afflitte e la distribuzione dei servizi in relazione al bisogno». Occorre cioè una mappatura delle arie a rischio in Abruzzo. Ma il documento ha anche un altro obiettivo: «Nell’erogazione dei servizi si vorrà tenere conto del grande apporto fornito dal Terzo settore, dalle organizzazioni di volontariato, e pensare a modelli organizzativi misti pubblico/privato». E non solo. Per il legislatore regionale sono importanti anche i percorsi di consulenza legale «a tutela della persona in caso di difficoltà nel interagire con le banche».

OLTRE LA CURA. Insomma gli interventi previsti non vanno esclusivamente nella sia pure importante e primaria direzione di cura e riabilitazione della persona, ma anche nella direzione della prevenzione del fenomeno a partire dalle scuole. La frase chiave infatti è questa: «Lavorare in rete rappresenta la migliore strategia per raggiungere risultati significativi.

ECCO LE CONCLUSIONI. «Per le attività di prevenzione del gioco d’azzardo patologico ogni Asl implementerà il presente piano di attività con il coinvolgimento degli enti locali, delle scuole, delle famiglie e degli ambienti di lavoro, quindi delle Agenzie territoriali istituzionali e infine del volontariato». Per le attività di cura e riabilitazione, invece, «le Asl dovranno provvedere a fornire le risorse di personale e logistiche necessarie anche attraverso la collaborazione con i gruppi di automutuoaiuto».

I FONDI DISPONIBILI. Per l’anno 2018, e gli anni successivi, sono previsti 1.104.000 euro. Il piano si conclude con l’elenco di chi dovrà attivamente lavorare: «Alla sua realizzazione provvedono le Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Lanciano-Vasto-Chieti, Pescara e Teramo e, nello specifico, i servizi aziendali per le dipendenze (i Serd), i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta, in integrazione con gli Ambiti socio-assistenziali». L’ultima frase ha una particolare valenza: «Un ruolo attivo», conclude l’atto della giunta, «è svolto dai soggetti del Terzo settore e del privato sociale no-profit, da individuare sulla base di una consolidata esperienza sul tema».

Per l’assessore alla Sanità, Silvio Paolucci, è una conquista per l’Abruzzo dove, il gioco d’azzardo patologico è quasi in cima alla lista delle emergenze sanitarie.

Lorenzo Colantonio (Il Centro)

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