“Il piano di gestione dell’area Sic di Marina di Vasto è uno strumento importantissimo, ma serve a ben poco se contestualmente si programmano interventi come una illuminazione da lungomare e un camminamento pedonale a fianco all’attuale ciclabile senza alcuna garanzia di tutela ambientale”.
Stefano Taglioli, naturalista e coordinatore del Gruppo fratino di Vasto coglie l’occasione offerta dall’approvazione del piano di gestione da parte del consiglio regionale per ricordare alcuni progetti impattanti che incombono su quell’area, tra cui l’installazione di 52 pali della luce alti 4 metri, adatti più ad un lungomare, ma non ad un sito di interesse comunitario soggetto a tutela da parte dell’Unione Europea.
“E’ noto che sono favorevole a tali interventi, così come lo sono varie associazioni, ma andavano studiate soluzioni meno impattanti che non stravolgano quell’area”, precisa Taglioli, “mi pare che la gestione della riserva e l’amministrazione comunale soffrano di un preoccupante sdoppiamento : la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra. Eppure occasioni per confrontarci ce ne sarebbero state davvero tante”.
L’ambientalista ricorda anche che “il piano di gestione è stato l’atto finale di tanti anni di volontariato ambientale, che oggi viene clamorosamente ignorato nella storia e nelle persone. E’ iniziato con la creazione della riserva nel 2007”, ricorda il coordinatore del gruppo fratino di Vasto, “seguito da anni di controllo del territorio da parte delle guardie del Wwf e dei volontari e da tante iniziative, tra le quali cito solo quelle di educazione ambientale che, tra le altre cose, hanno portato anche alla realizzazione del logo della riserva. Che ora altri se ne prendano il merito mi pare francamente intollerabile e assolutamente non rispondente alla realtà. Senza memoria non c’è futuro e questo vale anche per le aree protette”.
Anna Bontempo (Il Centro)