Scatta oggi, con quindici giorni di anticipo rispetto all’anno scorso, il fermo biologico nel tratto di costa che va da San Benedetto del Tronto a Termoli. A nulle sono valse le richieste delle marinerie marchigiane, abruzzesi e molisane di applicare il provvedimento come quello dell’anno scorso al fine di consentire di completare la stagione estiva e turistica garantendo il prodotto ittico locale.
Queste le date del fermo biologico per gli altri compartimenti: Manfredonia-Bari dal 27 agosto al 7 ottobre, Brindisi-Roma dal 10 settembre al 9 ottobre, Civitavecchia-Imperia dall’1 al 30 ottobre.
Un fermo pesca come al solito contestato dalla marineria abruzzese perché non applicato nel periodo più adatto, a primavera, quando circa l’80 per cento delle specie ittiche si riproduce sin sotto costa. Una decina le barche che a Giulianova operano nello settore dello strascico. Un tempo erano circa 40 e quasi quotidianamente immettevano sui nastri del mercato ittico locale dalle 5 alle 8 tonnellate di prodotti ittici.
Molti armatori, dagli anni ’90 in poi, hanno deciso di riconsegnare le licenze e di avviare il processo di rottamazione dei pescherecci per incassare il contributo che il ministero garantiva all’epoca per ridurre il numero della flotta peschereccia e preservare il mare Adriatico. Nel periodo di fermo obbligatorio, il prodotto dell’Adriatico sarà comunque presente su tutti i banchi dei mercati. Perché l’approvvigionamento avverrà attraverso i compartimenti che non rientrano nel periodo dettato dal provvedimento del Ministero.
Inoltre, il pesce fresco arriverà anche dagli allevamenti, orate e spigole soprattutto. Intanto, da alcuni giorni in mare ci sono i pattugliatori con ispettori dell’Unione Europea che hanno il compito di verificare se le imbarcazioni rispettano la normativa in materia di lunghezza del sacco e della larghezza delle maglie della rete a strascico.