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Riapre la Bifernina, sicuro il Viadotto Liscione

La Bifernina ha riaperto totalmente al traffico. La decisione è giunta dopo il tavolo tecnico che si è riunito ieri in Prefettura a Campobasso. I controlli eseguiti nei giorni scorsi dopo le scosse di terremoto sui pilastri, i giunti e le campate del ponte del Liscione hanno dato esito negativo: nessun timore, quindi, per il transito dei veicoli.

“Non sono emerse criticità, oggi abbiamo la conferma” queste le parole del governatore Donato Toma al termine del vertice nel Palazzo di Governo.

La riapertura della statale 647, nel tratto interrotto fra il bivio di Guardialfiera e quello di Larino – e più precisamente tra il chilometro 47,600 e il 63,400 – è arrivata intorno alle 16 di ieri 24 agosto.

Qualche limitazione, però, è prevista tra i chilometri 48,800 al 60,700  e riguarda la velocità che non deve superare i 50 km/h. Ci sarà poi il divieto di sorpasso, quello di transito ai mezzi di massa superiore alle 44 tonnellate e la distanziamento obbligatorio a 100 metri per i veicoli di massa uguale o superiore a 7,5 tonnellate.

“Ci saranno anche piccole restrizioni ai bordi sulla carreggiata per non gravare in alcuni tratti della strada. Gli stessi saranno delimitati da striscia gialla”. Ma è una limite valido solo dal km 54+360 al km 54+578 e dal km 56+946 al km 57+038.

La riunione del Centro Coordinamento Soccorsi ha anche annunciato l’installazione sull’infrastruttura di centraline di monitoraggio con collegamento alla rete Ran del Dipartimento di Protezione civile in grado di captare eventuali nuove scosse sismiche. E un rafforzamento del servizio di emergenza urgenza 118 “in modo da poter rispondere con efficienza e immediatezza alle eventuali richieste provenienti in particolar modo dall’area colpita dal sisma”.

La riapertura, dopo una settimana esatta dalla limitazione disposta dall’Anas, era attesa e parsa sempre più probabile nelle scorse ore, visto l’ottimismo che si respirava fra gli addetti ai lavori.

Quel tratto della strada che collega Campobasso a Termoli e più in generale molti paesi dell’entroterra con i due maggiori centri del Molise, era stato chiuso all’indomani delle scosse di terremoto della sera del 16 agosto e in particolare di quella di magnitudo 5.1 che ha messo in forte apprensione tutta la regione e provocato lo sgombero di centinaia di abitazioni nei dintorni dell’epicentro.

Sulla Bifernina invece i danni maggiori erano stati provocati da uno smottamento avvenuto all’altezza dello svincolo per il lago di Guardialfiera, zona per altro non nuova a frane e cedimenti dell’asfalto. In diversi punti l’asfalto si era aperto e abbassato di diversi centimetri rispetto alla sua abituale sistemazione. Necessario quindi un intervento di messa in sicurezza con bitumazione eseguita nel corso di questa settimana.

Ma come richiesto dal presidente della Regione, Donato Toma, questo tempo è stato utilizzato anche per un controllo approfondito di pilastri, travi, campate e giunti dei viadotti I e II della diga del Liscione. Verifiche necessarie per capire se il ponte, o meglio i ponti, abbiano retto le scosse e se quel tratto della Bifernina sia sicuro, specie dopo che la tragedia di Genova, col crollo del ponte Morandi e la morte di ben 43 persone, ha portato grande timore in tutta la popolazione sulla tenuta di infrastrutture di questo tipo. Ma a quanto pare il ponte Liscione è in buone condizioni e la circolazione sta tornando regolare.

LO STATO DI EMERGENZA. Nel frattempo la stima dei danni non è stata ancora ultimata: la Protezione civile regionale sta per mandare un report dettagliato ai piani alti di via Genova che comprenderà tutto, anche i costi per gli straordinari di forze dell’ordine e vigili del fuoco.

“Lunedì convocherò la giunta – ha detto ancora Toma – e inoltreremo istanza al Consiglio dei ministri che valuterà la concessione dello stato di emergenza”. Ha sollecitato il governo a dare “risposte immediate e a non fare passerelle dopo le tragedie” anche la deputata di Forza Italia Annaelsa Tartaglione: “C’è la necessità di sostenere una comunità preoccupata per l’intensificarsi dello sciame sismico. Si approfitti della relazione tecnica alla quale sta lavorando il governatore Toma per individuare interventi e lavori di messa in sicurezza, perché ragionare in modo organico di prevenzione è l’unico modo efficace per affrontare i bisogni del nostro martoriato territorio”.

Identico sollecito a decretare lo stato di emergenza – dopo la vicinanza già espressa dal segretario Maurizio Martina – è giunto dal coordinamento regionale del Pd.  “Servono anche le dotazioni finanziarie per aiutare i territori a fronteggiare le ordinanze di sgombero, per rimuovere i pericoli che incombono. Noi siamo vicini alle istituzioni regionali e a chi si sta adoperando, ma chiediamo anche al Governo di decidere bene e in fretta, andando incontro alle richieste legittime del territorio”. (primonumero)

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