“Contraddizioni e carenze, superficiali conclusioni sul traffico in entrata ed in uscita senza tenere in alcuna considerazione l’effetto cumulo e nessun riferimento ai dispositivi che saranno utilizzati in caso di incendio”. Wwf e Legambiente, che hanno già un ricorso pendente al Tar sul cementificio della Escal, vanno all’attacco del progetto della Ecoexport di Gavardo (Brescia) per lo stoccaggio di Cdr, cioè rifiuti derivanti dalla raccolta urbana destinati a essere inceneriti nei cementifici, in un capannone della zona industriale di Punta Penna, a ridosso di una delle spiagge più belle d’Italia e della Via Verde. Si parla di un deposito interessato da un quantitativo annuo pari a 45.000 tonnellate, con un flusso giornaliero medio di 125 tonnellate. Le due associazioni hanno condensato i loro rilievi nelle osservazioni alla Vinca, il cui termine è scaduto lunedì.
“E’ paradossale continuare a forzare il cuore turistico della Costa dei Trabocchi con impianti ormai fuori mercato e potenzialmente impattanti”, dichiarano i responsabili delle due associazioni, “ci auguriamo che alla luce di un’attenta e corretta analisi, l’istanza venga rigettata per tutte le carenze e incongruità sollevate. E soprattutto ci attendiamo che l’area retroportuale di Punta Penna sia finalmente attenzionata con progetti innovativi che puntino a un’industria sostenibile”.
Ma quali sono le criticità riscontrate da Wwf e Legambiente?
“Ci siamo trovati di fronte a contraddizioni e carenze, a partire dallo studio sull’impatto e dalle valutazioni totalmente assenti sulle possibili correlazioni con il Sic di Punta Aderci, presente a pochi metri dall’area prevista per l’impianto”, sottolineano, “fortemente critica è anche la questione traffico e viabilità. Superficiali sono le conclusioni sui veicoli in ingresso e in uscita e non si tiene in considerazione alcuna l’effetto cumulo: nulla si dice infatti sul totale carico attuale e potenziale che fa i conti con la viabilità interna dell’area che coinvolge nell’intero percorso fino al porto anche i tantissimi cittadini che raggiungono la riserva di Punta Aderci attraverso quello che è il suo principale ingresso. Nell’area in esame è previsto inoltre il passaggio della pista ciclabile, elemento della Via Verde nonché pezzo della Bike to Coast che lega Vasto all’intera dorsale adriatica e che vedrà sfrecciare turisti da ogni parte d’Europa. Non solo quindi rischi sulla sicurezza ma anche danni all’immagine di un territorio che è al centro della crescita turistica della città”.
Wwf e Legambiente si soffermano anche sulle “diffide mediatiche” ricordando che l’amministrazione comunale, al pari delle associazioni ambientaliste, “ha come primo obiettivo la tutela della salute dei cittadini e del territorio e non può in alcun modo lasciarsi condizionare da interessi di parte”.
Anna Bontempo (Il Centro)