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Stupri, sette ragazzi a scuola lontano da Vasto

Mancano pochi giorni all’inizio del nuovo anno scolastico. “Marco” il ragazzo accusato con altri 8 coetanei di violenza sessuale di gruppo e minacce a danno di due studentesse minorenni, avrebbe dovuto frequentare l’ultimo anno di un istituto superiore di Vasto. Il ragazzo dovrà conseguire altrove il diploma. Il giovane infatti è ancora vincolato dalla custodia cautelare. Nella scuola frequentata lo scorso anno il suo arresto ha suscitato stupore e incredulità, ma anche sconcerto e rabbia. Al momento lo studente è rinchiuso in un istituto minorile ma il suo legale, l’avvocato Antonello Cerella sta cercando di fargli ottenere il trasferimento in un centro protetto dove potrà ultimare più serenamente il suo percorso di studi.

Lo stesso faranno i genitori degli altri ragazzi che si trovano tutt’ora nell’istituto di Roma. Due giovani hanno riottenuto la libertà e quindi torneranno regolarmente a scuola. Lo stesso faranno le giovani vittime che sono assistite dall’avvocato Giuseppina Fabretti, legale dello sportello antiviolenza Emily. “Ho intenzione comunque”, dice l’avvocato Antonello Cerella difensore di Marco “di chiedere nuovamente una misura alternativa per il mio cliente. E’ evidente che al ragazzo deve essere consentito di terminare il suo percorso scolastico. Chiederò che possa farlo fuori dall’istitituto di pena “, dice il legale.

La vicenda giudiziaria non è comunque ancora conclusa, nè è escluso che riservi nuovi colpi di scena. La delicatezza della vicenda impone il massimo riserbo. Anche gli atti istruttori sono stati secretati come pure le immagini e i video che hanno messo nei guai gli indagati. Fra i nove ragazzi coinvolti tre sono diventati maggiorenni. E’ probabile che entro giugno 2019, quindi prima del termine dell’anno scolastico e degli esami di Stato, la vicenda arrivi in un aula giudiziaria. Sia l’avvocato delle parti lese che i legali delle vittime sembrano concordare sul fatto che sarebbe meglio per tutti un incidente probatorio. Ipotesi del resto prospettata già subito dopo la denuncia della prima ragazzina. L’incidente probatorio eviterebbe alle vittime di rivivere il loro dramma in un’aula di giustizia evitando disagi e ulteriori traumi alle famiglie dei protagonisti di una vicenda che ha varcato i confini regionali.

Paola Calvano (Il Centro)

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