Dissesto e movimenti franosi. Il senatore Gianluca Castaldi raccoglie l’appello della città . “Vasto ha bisogno di aiuto”, dice Castaldi . “Documenti alla mano chiederò l’intervento del Governo”. In principio era una linea lunga e sottile. Dopo il terremoto del 14 agosto la crepa sul Belvedere Adriatico, si è allargata.
Sono molti a leggere in quella crepa preoccupanti segni di cedimento. Il Comune è tornato ad invocare i finanziamenti promessi dallo Stato alla Regione e bloccati dalle lungaggini burocratiche. “Ho chiesto tutta la documentazione sulla questione e intendo portare l’emergenza all’attenzione del ministero”, dice il senatore del M5S, informato dai suoi collaboratori sulle nuove ferite della città. Storici ed esperti suggeriscono di eseguire gli interventi di risanamento prima possibile per evitare un possibile smottamento.
E intanto c’è chi punta il dito sugli abbondanti rivoli d’acqua presenti nel sottosuolo. L’ultimo intervento di consolidamento e captazione delle acque è stato fatto nel 2010 al di sotto del Castello Aragona e in via Tre Segni. Nel 2011 il Comune ha speso gli ultimi 300mila euro ottenuti dal servizio Difesa del suolo della Regione, nell’ambito del programma di mitigazione del rischio idrogeologico.
Ma la città ha bisogno urgente di nuove cure. I sintomi dell’antico male, la fragilità morfologica, tornano a manifestarsi in maniera preoccupante. La città, che ricorda con terrore la frana del 1956, continua a dare segni di cedimento.“La questione è delicata e richiede attenzione”, dice Castaldi.
La somma assegnata al Comune di Vasto dalla Regione nell’ambito del pacchetto di 44 milioni di euro a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione Fsc 2014/2020 per interventi finalizzati alla tutela del territorio e alla mitigazione del rischio idrogeologico è di 800euro. L’appalto delle opere era stato annunciato un anno fa. La Regione aveva annunciato che avrebbe trasmesso con urgenza il format di scheda finalizzato all’avvio delle procedure. La notizia venne accolta con favore in città. E invece non è successo niente. Il costone orientale di Vasto, lungo il quale nel corso dei secoli si sono verificati diversi importanti movimenti franosi, viene costantemente tenuto sotto osservazione dal Comune che per i controlli si avvale della protezione civile. Ma dopo un anno e i solleciti le crepe aumentano e i lavori non vengono appaltati. Tutta colpa del mancato accordo fra Regione e ministero.
“Al ministero“, dice Castaldi “vanno raccontati i mali della città, ma anche i sopralluoghi che hanno confermato i mali e i finanziamenti ottenuti. Non appena avrò tutto il materiale presenterò il “caso Vasto”, al governo. E non solo la frana”, annuncia Castaldi. Nell’agenda del senatore ci sono anche il Tribunale e l’ospedale San Pio.
Paola Calvano (Il Centro)