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Clandestino-eroe, cerimonia in Comune

Il futuro di Djibril Mbengue , il 35enne del Senegal che sabato scorso ha rianimato un bimbo di 2 anni sulla spiaggia di Casalbordino si deciderà il 14 settembre. Quel giorno la questura di Pescara stabilirà se concedere a Djibril il permesso di soggiorno. Da cinque anni l’uomo è in Italia come rifugiato politico. “Da cinque anni”, ha scritto il senegalese al sindaco di Casalbordino, Filippo Marinucci,“non vedo la mia famiglia. Io vorrei un permesso di soggiorno che mi consentisse di tornare in Senegal a trovare mia moglie e i miei figli e poi ritornare qua. Per favore ..”.

Marinucci sta cercando di dargli una mano. Ieri ha scritto una relazione su Mbengue inoltrandola alla questura di Pescara. “Io sono il sindaco di tutti e devo intervenire in aiuto di chi ha bisogno di una mano. A prescindere dal colore della pelle. Djibril Mbengue ha dimostrato di meritarlo. E’ una brava persona.Per salvare quel piccino ha rischiato di essere espulso dal nostro Paese e rimpatriato “, ricorda Marinucci.

Casalbordino non ha aziende nè grandi attività. “Io sono un medico”, dice Marinucci. “Non sono un industriale e non ho una fabbrica mia per dare lavoro a tutti , ma se dovesse esserci una possibilità di lavoro per quell’uomo gliela offrirò. Al momento consegnerò a lui e a Serena Di Pietro, la bagnina di Pollutri che ha salvato il bambino con Mbengue, una targa ricordo”.

La cerimonia si terrà in comune non appena il piccolo bagnante che ha rischiato di annegare sarà dimesso dall’ospedale.

Dall’ospedale Spirito Santo di Pescara arrivano buone notizie. Il bambino, ricoverato con una sindrome da annegamento e un trauma cranico, non è più in pericolo di vita. I medici hanno sciolto la prognosi e trasferito il piccolo paziente dalla Terapia intensiva a Pediatria. La prognosi è di 30 giorni. “Appena sarà dimesso“, dice il sindaco di Casalbordino “ inviterò i genitori del piccino in municipio per farli incontrare con Djibril Mbengue e Serena Di Pietro. Loro hanno già espresso gratitudine a chi ha salvato la loro creatura, ma sarebbe bello se stringessero la mano a quell’uomo che dopo aver rianimato il bambino è scappato per paura di finire nei guai”.

Djibril Mbengue davanti a quel corpicino inerme ha pensato ai suoi bambini. ” Ho fatto quello che qualsiasi padre avrebbe fatto”, ha detto. E ora spera di ottenere i documenti per poter andare a trovare i suoi figli e vedere come sono cresciuti. ” Ma poi“, ha spiegato al sindaco di Casalbordino “ vorrei tornare a lavorare qui”. Fra meno di 10 giorni il 35enne saprà se il suo sogno si potrà realizzare o meno. Inutile dire che tutta Casalbordino fa il tifo per lui.

Paola Calvano (Il Centro)

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